BOLOGNESI 57 3
La cosa era dubbia , se si fossero appostati per ricondurre la quiete ; se a vantaggio o contro alla Chiesa; se pel bene verace della città o per ambi-zion propria, o per ispirito d'interesse. Il fatto è che il loro armarsi in frotte fece armar altri paratamente: sicché in breve Bologna fu piena di scompiglio , di paura , di dubbie voci e di false.
A tali novità poco grate, il Governatore stava in angustie, e pensava che far dovesse, e prendeva consiglio dal Cardinale Vescovo della città, che persuase il Governatore a tentare ad ogni costo d'aver la Porta, prima che la notte arrivasse, e col favor dell'ombra sua desse adito a mali maggiori. Il Reggitore bolognese chiamò a sé per cotal fine Alessio Orsi, Melchior Manzuoli, Innocenzo Ringhieri ed Ovidio Bargellini, tutti Senatori, imponendo ad essi di recarsi allo Scappi ed a' suoi faziosi, accordando loro ciò eh' ei volessero purché dessero al reggimento la Porta di san Mammolo.
Passarono i Senatori allo Scappi, e intender gli fecero il desiderio del Governatore e del Senato. E Gaspare rispose che avrebbe consegnata la Porta quando si fossero osservati verso di lui i seguenti patti: Che Alfonso Griffoni, uomo del suo partito, il quale stava in carcere, fosse posto in libertà; che il palazzo Marescotti fosse raso dalle fondamenta ; che tutti di tale famiglia venissero confinati a 200 miglia lungi da Bologna; che i Giudei fossero saccheggiati e cacciati dalla città e dal territorio ; che qnattro del novero de' Quaranta venissero privi dei maestrati, applicando i loro beni alla Camera, con che si erìgerebbero quattro Monti di pietà, senza usura, uno per ogni quartiere della città, affine di prestar denaro alle povere genti ; che niun cittadino bolognese venisse per lo avanti citato a Roma dinanzi al Papa, come spesso si faceva; che il Conte Alessandro Pepoli, che doveva passare in sul Tevere , non uscisse di Bologna; che fosse giustiziato nn tal Virgilio, soldato del Duca d'Urbino, perchè aveva ucciso i due scappeschi Giovanni e Iacopo