BOLOGNESI Si 7
e del Senato, e convenne col Governatore che questi gli desse sicurtà di dieci mila ducati, a nome della Camera Apostolica , che mai in verun tempo non si sarebbero risentiti verso di lui nè verso alcuno dei congiurati pel fatto occorso ; nè il Papa nè altri se ne risentirebbe. Intanto ricevette a mallevadori i ricchi concittadini, Giovanni Campeggi, Virgilio Ghisilieri, Anton Maria Legnani, Alberto Carbonesi, Giacomo dall'Armi e Girolamo Lodovisi: e di tutto si fece pubblico istrumento per mano di Giulio Bottrigari notaio.
Conchiuso l'accordo e data sicurtà, Gaspero Scappi insieme con quattro dei Quaranta, con cinque Gonfalonieri del popolo, con tutti i Collegi delle arti e con molti soldati a piedi ed a cavallo uscì del Palazzo colle bandiere della Chiesa e del Papa spiegate , e gridando Chiesa Chiesa, Popolo Popolo, giunsero alla Porta di san Mammolo , e inalberate le bandiere sopra il torrione di essa Porta, Gaspare la consegnò ai cinque Gonfalonieri e ai quattro del Senato; e d'indi partendosi colla compagnia, passò al palazzo de'Marescotti , e cominciò a gettarlo a terra, dove correndo la plebe a gran numero per saccheggiare, rubare, guastare, accadde che nel trambusto settanta circa della moltitudine restassero miseramente uccisi sotto le rovine di quell' edilìzio ; i quali disseppelliti, quando il vandalismo fu cessato , ebbero sepoltura nella vicina Chiesa di san Martino della Croce de'Santi, rimpetto alla Chiesa di san Paolo.
Il secondo giorno della rovina corsero al luogo i Gonfalonieri del popolo coli'armi alla mano, e comandarono, sotto pena della vita, che niuno ardisse più molestare quell'edilizio : ma lo Scappi, ch'era presente e che aveva ne' suoi Capitoli quella rovina , volendo vedere 1* ultimo fine del palazzo Marescotti, non curando il comando dei Gonfalonieri, con maggior ardire di prima proseguì co' suoi la distruzione dell' edifizio ; e quando 1' ebbe veduto convertito in un masso informe di macerie, esultante Armai. Boi. T. V. 71