Stai consultando: 'Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 Tomo Quinto', Salvatore Muzzi

   

Pagina (560/606)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (560/606)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   jSA6
   ANNALI
   di folle gioia rivolto a*suoi esclamò: „ Ora si vanti Ercole Marescotti d' avere spianato il palazzo dei Bentivoglio, eh' io mi vanterò d' avere spianato il suo. „ — Vanto barbarico 1 — I Gonfalonieri che conobbero la condizione risoluta e terribile dello Scappi , si partirono lasciando libero sfogo al suo cieco furore. E Virgilio soldato del Duca d'Urbino (secondo i Capitoli) fu decapitato e seppellito a san Michele in Bosco. Ciò fatto lo Scappi passò alle case de' Pepoli ed ivi si fortificò colla sua compagnia.
   Nel tempo che questo scempio accadeva, tutti i meschini della famiglia Marescotti, si eran raccolti nel Palazzo pubblico sotto la salvaguardia del Governatore. Ivi uomini, donne e fanciulli piangevano la distruzione delle proprie case, e la sciagura dell'intera famiglia: ivi gemevano senza tetto e senza danaro Galeazzo II., D. Giambattista, Alvisio, Achille, Ciro, Pier Francesco e Giammaria con molte donne, quali sorelle, quali mogli, quali cognate. Il Governatore tutti consolava come sapeva meglio ; ma conoscendo che non potevano star sicuri in Bologna, dove più nulla non possedevano , li fece accompagnare a Toscanella nel territorio d'Imola, dove forse O possessioni od amici o congiunti avranno avuto. E perchè sicuri vi passassero, li volle scortati da buona compagnia di milizia, di nottetempo e con tutta la quiete che possibile fosse.
   Il popolo armato e salito in ardimento , è gran flagello per la città. Pareva ornai alle turbe che Bologna fosse loro schiava, e che ne potessero fare a loro voglia, come avevano già fatto dei due palazzi Bentivoglio e Marescotti. Egual rovina minacciavano alle case d'Anton Maria Legnani e di Alberto Car-bonesi, ricchissimi ed odiatissirni Senatori, aderenti e devoti alla Chiesa, anzi, il primo y depositario delle somme che Papa Giulio avea spedito a Bologna pei bisogni maggiori della città. Alle ca6e di questi due accorse adunque molto popolo con sacchi, pali, picconi, ed altri strumenti per rovinare e rubare a man bassa: ma i due Senatori, fatti avvisati
   X