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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   in fuga ; e rimar» prigione il malmenato Bargello. Data la denunzia al Governatore, questi impone ai Serviti di cedere il ladro alla sbirraglia; e fu fatto. Impone pure di lasciar libero il Bargello; ed obbediscono. Fa impiccare il ladro, e chiama i capi del Convento a rendergli ragione dell' avvenuto. Essi vanno in otto al Governatore: tutti sacerdoti, tutti sicuri di lor ragione e di loro innocenza. Il credereste? L'invelenito magistrato fece dare a tutti alcuni tratti di corda; il che levò a sdegno la città, e poco mancò non tumultuasse armata mano contra l'audace forestiero. E tanto più che frai percossi non era il lottatore contra il Bargello, e ce ne avevano due che menavano vita di penitenza, e digiunavano, e portavano il cilicio, come fu trovato dai manigoldi che dieder loro la tortura.—>1 Monaci martoriati furono i seguenti : il P. Maestro Francesco da Bologna, Priore; il P. M. Pietro da Cesena, Provinciale; il P. M. Filippo da Faenza, Reggente; il P.M. Angelo da Arezzo, Decano dello Studio; il P. M. Nicola da Alessandria, Tabulano; il P. Filippo da Bologna; il P. Fabiano da Arezzo; e il P. Maria da Bologna.— Tristi tempi, più disfrenati degli odierni!
   Questi danni alla patria dalla trista condizion nostra avvenivano: altri ne accadevano ai cittadini bolognesi fuori della loro città.—Virgilio Ghisilieri ed Anton Maria Legnani senatori, furono spediti a Roma per avvisare Sua Santità di quanto in Bologna era accaduto. Il Papa sdegnossi dei tumulti e delle follie avvenute, e soprammodo che i cittadini principali per dignità e per ricchezze vi avessero presa parte: onde chiamato a sè il nobile Francesco Fantuzzi , che trovavasi in Roma ad iscolparsi di accuse dategli, gì'impose che invitasse al Vaticano molti suoi concittadini perchè sè stessi giustificassero. Ubbidirono Ugo Pepoli, Basotto Fantuzzi, Lorenzo A riosti, Galeazzo Marsigli, Nicolò Bargellini, Giovanni Poeti, Giovanni Felicini e Matteo Gozza-dini, i quali probabilmente non ebbero ragioni cbe valessero per loro discolpa: talché furono distenuti
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