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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Sesto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 667

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   consentito di giovarci soprammodo dello scritto suo anziché degli altrui, desiderandolo noi, che teniamo in onore le sue recenti relazioni a preferenza delle antiche, cai spesso al vero si sta frammisto il dubbioso ed incerto. £ rendiamo ancora pubbliche grazie all' amico nostro Federico Querzoli, il quale ba voluto soccorrerci dell'opera sua, facendo copia dai libri autentici degli Archivi di quanto esistesse d* importante per la compilazione dello Scritto nostro, che si vorrebbe possibilmente scevro di mende, ed accetto ed utile ali*universale. — Ma perchè meglio s'intenda nel processo di questo volume la ragione di non poche vicende, non..sari intanto discaro ai leggitori nostri il dare anzi tutto un'occhiata di volo intorno alla condizione dell'Italia prima del 1509, cioè prima dell'anno che aprirà il presente tomo delle cose felsinee.
   Abbiam veduto come Napoli e la Sicilia fossero addivenuti possedimenti spagnuoli: sappiamo ohe i francesi padroneggiavano il Milanese e la Liguria s gli Svizzeri diversi paesi lunghesso il Verbano: Luigi XII. che aveva diviso con Ferdinando il reame di Napoli, e spartito con Massimiliano la Repubblica di Venezia, non si avvedeva che questi e quegli ter-* rebbero per sé soli le spoglie che avessero acquistate in comune; nè stava in gravi pensieri, considerando che Carlo, nipote ed erede di Massimiliano d'Austria, e di Ferdinando d'Aragona, noncbè di Maria di Borgogna e d'Isabella di Castiglia era già disceso al mondo, e già riunirebbe sotto il suo scet-i tro le più grandi monarchie dell' Europa.
   In questo mezzo tempo Geqova , che mai noe» aveva cessato di riputarsi repubblica, ancorché riconosciuta si fosse prima nella dipendenza di Lodovico Sforza, poscia di Luigi XII. come Duca di Milano , esperimentar dovette anch' essa che sovrani stranieri sono incapaci di comprendere le leggi e la condizione di lei. A tenor dei trattati, una metà dei. pubblici ufficiali di Genova esser dovea composta di nobili, l'altra di plebei: doveano essere scelti