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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Sesto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 667

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   come i gentiluomini bolognesi, quantunque fossero travagliati , solevano in quei tempi mostrare in ogni occasione l'ingegno, l'ardire e la magnificenza loro, la qual'è stata conosciuta ancora prima, e poi sovente in altri torneamenti, e in feste e in giostre fatte da loro con graziosissime invenzioni.
   Fu dunque il fine e la intenzione -di quei cavalieri (così pienamente il Vizani ) di manifestare con quel torneo la costanza nell' amore, di che vollero dare alcun biasimo agli uomini, per poterne poi attribuir maggior lode alle donne, e mostrar loro in quella guisa quanto essi le onoravano e le riverivano : e fu perciò il soggetto ordinato in tal maniera. Un cavaliero chiamato Isario Albanese arv-dato a caccia in compagnia della sua nuova sposa Arminda, per darle alcun piacevole trattenimento, e trovandosi, per sospetto che alla sua sposa non avvenisse qualche strano incontro di selvaggia fiera, tutto armato dalla testa in fuori; occorse, che tratto dal desiderio di seguitare una fuggitiva cerva, fu condotto io parte, dove non fu mai più trovato; di che la sconsolata sposa rimase tutta dolente ; e .mentre in ogni parte mandava messaggieri per averne indizio, avvenne che un orribil Drago entrato per una finestra del suo palazzo e scopertosi tosto in forma d'un venerabil vecchio, ma cruccioso nel parlare, gli fece sapere che ella indarno aspettava lo sposo, il.quale dalla cerva era stato oondotto io una sterile montagna guardata da giganti, centauri, uomini selvaggi e fiere orribili; e ivi era rinserrato in un castello risplendente per tutti gli altri , ma per lui pieno di mestizia ; poiché per virtù d' un elmo incantato ch'egli non poteva trarsi di testa, si era scordato d'ogni allegra cosa, né altro aveva in pensiero mai, che cose spaventevoli e noiose; fra le quali era principale l'inganno usato ad una donzella .da lui fintamente amata, e incostantemente tradita: né gli giovava il tentare d'uscire del castello,o trarsi l'elmo di testa; perchè l'uno e l'altro gli riusciva sempre vano con continuo accrescimento di male.