BOLOGNESI
61 (
largo quaranta, chioso da tre bande con palchi fatti a gradi, come d'un teatro, se non in quanto era restato aperto per una assai capace porta, che da meszogiorno avesse a servire per potervi entrare ogni maggior maeehina, che dovesse comparire in campo con le invensioni de' cavalieri. Dalla banda di settentrione vi era fabbricata una selvatica e gran montagna. Dopo il tramontare del sole nella prima ora della notte entrarono nello steccato i Signori maestri di campo, i quali furono Geronimo Buon-compagni nipote di Papa Gregorio, il Commendator Sangiorgi fratello del Governatore di Bologna, il Conte Pirro Malvezzi, il Conte Cornelio Lambertini e il Conte Giovan Paolo Castelli, che subito arrivati fecero alluminare il teatro, dove si scoperse ua' infinito numero di spettatori e la montagna alta tanto, che sopravanzava il tetto della gran fabbrica delle Scuole; e si mostrava sassosa, sterile e inaccessibile: e perchè già erano stati dal Mago tirati per incanto due Mantenitori fra quei monti, e ne mancarono due altri per la sicura difesa del castello ; non tardò molto a entrare in campo il primo de' due ohe mancavano. Questo fu il cavalier travagliato, a cui andava innanzi un carro finto per lo Mare Amoroso, che aveva in mezzo uno scoglio tirato da due Delfini ; e sopra lo scoglio sedeva Cupido con la face in mano. Nella parte dinanzi in una conca marina sedevano Venere e Mercurio ; da una banda della conca usciva un Tritone ; dall' altra una Ninfa marina ; e tutti insieme cantavano madrigali in lode della forza d'Amore : dopo lo sooglio stavano le due colonne d'Ercole piantate nel mare per termine ai naviganti : seguitavano poi otto paggi vestiti di bianco all' antica, con torce accese in mano, facendo strada ad un altro carro, che veniva dietro tirato da quattro cavalli guarniti all'aritica, i primi de'quali erano menati di redine da due Amori, e gli altri due dalla Speranza con vestimento ricamato a fiori. Il carro era tutto lavorato di stucchi, e ornato con varie figure rappresentanti