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ANNALI
in lieta compagnia, e dare alcnn ristoro ai mariti * ai parenti ed agli amici stanchi delle campestri fatiche, si erano recate forse trenta delle loro donne, le qnali, coi figliolini in còllo, avevan loro portata buona provvisione di vettovaglia; furono scoperti dai loro nemici della fazione Guelfa, sbanditi essi pure, i quali guidati da un certo villano comunemente detto il Gambetta , corsero in grossa schiera a circondare ed assediare quella caaa, alla quale (come la corte n'ebbe avviso) andò con tutta la sbirraglia in gran fretta Benedetto Boecamazzi romano Auditor del Torrone, seguitato da cavalleg-gieri armati e da settanta alabardieri svizzeri della guardia del palazzo, con alcuni pezzi d'artiglieria, la quale fece poco danno, perchè i soldati non vollero, e gli sbirri non ardirono d'appressarsi. Ma il Gambetta co'suoi (ch'eran pur essi sbanditi) poiché fu assicurato dall'Auditore che quando avessero combattuto e dati prigioni quegli altri sarebbe liberato esso ed i compagni da ogni bando, e da qualunque contumacia in ohe fino a quell' ora fossero incorsi ; si accostò intrepidamente, e messo fuoco intorno alla casa, dopo tirate alcune archi-bugiate dall'una parte e dall'altra, in poco d'ora costrinse ad arrendersi e darsi per prigioni gli assediati, che già per lungo digiuno maceri dalla fame, e stanchi per la fatica, si affidarono tutti in potere della corte, da tre in fuori, che non volendo esser presi dai birri, ostinatamente si gettaron nel fuoco. £je donne, ferite la maggior parte e consumate dalla fame, furono lasciate andare liberamente coi loro bambini, molti dei quali, per lo disagio patito, morirono. £ gli uomini che quasi tutti eran percossi , vennero condotti a Bologna legati e prigioni ; e molti di loro (trai quali erano tre fratelli ed un cugino, tutti della famiglia dei Nanni da Casio) furono tosto appesi per la gola. Ed al Gambetta ed a'suoi di parte Guelfa fu cancellato il bando, e conceduta licenza d' abitare in Bologna. — Noi non facciamo osservazioni sulle promesse date da