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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Sesto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 667

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   6ai
   un ministro dipendente ad un fazioso, ohe eseguisce spietate gesta: ringraziamo piuttosto la Provvidenza, che ci ha fatto nascere in tempi di migliore giustizia.
   Verso la fine di quest' anno il Cardinale Filippo Guastavillani ebbe ordine dallo zio Pontefice di procurare ohe a' accomodassero le antiche e fastidiose differenze di confini e di acque, che ai tem£>i andati il Cardinale Orsini non avea potuto acconto* dare trai Bolognesi e il Duca di Ferrara, il quale temeva allagamenti nel suo territorio ed impedita la navigazione sul Po, se mai il Reno vi fosse im^ mesto, come volevano i Bolognesi ; e temeva ancora non si potessero asciugare quelle paludi ch'egli mostrava gran desiderio di voler oolmate ed asciutte. Al fine adunque di troncare le differenze suddetti Papa Gregorio XIII. mandò fra nOi il porporato Gua* stavillani j il quale passò dipoi alla Molinella cop periti livellatori e con molti gentiluomini; dove per la parte del Duca si trovava Don Alfonso da Està suo zio. Ed ambe le parti avendo di comune con* cordia considerate tutte le difficoltà, andarono io* sieme a Ferrara: ma perchè i ferraresi volavano pri<* ma trattar dell'acque e poi de'confini, e invece i bolognesi volevan prima trattar de' confini e poi delle acque ; così la cosa per questa volta ancora rimase indecisa.
   In quest' anno fa a reggere il Castello di Persi-ceta, come Pretore, Boncompagno Boncompagni fra-tello del Papa; il qual Pretore feoesi a rialzare moltj edilizi abbattuti al tempo delle fazioni, e l'antica torre suscitò alta di nuovo; e il tempio restituì ad onore; e la Chiesa della Cintura compì, oon disegno del famoso Alfonso Lombardi. I privilegi d'Impe-^ ratori e di Pontefici rinnovellò pel paese ; la ricchezza futura ne preparò: pose lo stemma del Drago nei pubblici edilìzi; di che si conservano in Persi-ceta ancor le memorie in lapidi onorarie , che il Boncompagni e il fratel suo augustissimo a tutte genti mettono in benedizione.
   Annal. Boi. T. VI. 77