BOLOGNESI
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ANNO DI CRISTO 1880.
Prosegui va n le ribalderie de'banditi e degli assassini gittatisi a ruba ed a sangue pel Contado bolognese: laonde non solamente Monsignor Governatore ed i suoi uffiziali ed i famigli, ma i soldati ancora del Palazzo, e quelli da battaglia del Contado, e cittadini, ed agricoltori furono tutti occupati a contrastare con banditi, assassini e ladri di campagna, che in grosse squadre, sotto diversi capi ohe si chiamavano per pretesto con titoli di Guelfi e di Ghibellini , infestavano il paese dappertutto, rubando ed assassinando così ricchi come poveri , uccidendo grandi e piccoli, bruciando case e ville, taglieggiando i passaggieri, così paesani come di fuori, e facendo mille altre ribalderie, alle quali non erasi ancora trovato modo di riparare, benché ogni giorno si fosse con essi alle mani ; e benché assai volte venisse premiato largamente chi, uccidendone, oortava le teste de' ribelli in Bologna ; e benché inoltre fossero loro atterrate, abbruciate e saccheggiate le case. Il perché avveniva che tutto il Contado fosse afflitto della cosa, e che in Bologna i cittadini di mala voglia si stessero.
Intanto Giacomo Boncompagni Marchese di Vi-gnola e cittadino di Bologna per nascita, ebbe ottenuta in proprietà per alcune migliaia di scudi la eittà di Sora, che apparteneva a Francesco Maria della Rovere Duca d'Urbino. Oltre di che dal Marchese di Pescara ebbe allo stesso modo la proprietà di Arpino, patria di Cicerone, e di Aquino, patria dell' Angelico dottor della Chiesa san Tommaso ; con aloune altre castella e ville: laonde Iacopo Boncompagni suddetto fu nominato poi Marchese di Vigoo-la, Duca di Sora, e Signor d'Arpino e d'Aquino, con ricca serie di titoli.