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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 522

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   nella Carinzia, ood dispiacere della ina patria che ne sperava molto bene.
   Ciò avveniva fuor di qui, mentre l'Arcivescovo di Nazaret, per provvedere ai gravi disordini ohe ognora accadevano per fatto de' banditi , e nella città e nel contado ( comandò con pubblico editto che quelli che fino a quell' oca erano stati rimessi io patria e tratti di bando senza ohe avessero avuta la pace dagli offesi loro, si partissero e stessero fuori sino a tanto che si fossero pacificati coi proprii nemici. Ed ordinò parimenti che tutte le sicurtà levate e cancellate senza consentimento degli avversari, fossero rinnovate. — E così le cose nostre dell'anno vennero chiuse.
   ANNO DI CRISTO 1*84*
   Proseguono in tutto il contado insolenze insopportabili de' banditi, che danni immensi vi recano : né ciò bastando, vedonsi per la città alcuni giovani potenti con grossisaime squadriglie camminare; e perchè di avverso partito le molte volte sono costoro ; cosi avviene che sovente da essi e dai loro cagnotti si attacchino risse e si faociano ammazzamenti : laonde il fatto di Bologna era una vera desolazione, cni non valevano a togliere o menomare i Governatori ed i Legati del Pontefice. Imperciocché la troppa dolcezza degli ultimi reggitori venuti fra noi, e la potenza indebita di molti congiunti del Pontefice erano i principali e forti motivi della comune sciagura. Laonde il Governatore che trovavasi di quest'anno in dignità, avendo open rato assai, ma con pooo profitto pel bene del popolo bolognese, vedendo come la piaga, benché curata, durasse pur anche insanabile, divisò di fare miglior prò coli'andarsene, perchè almeno non perderebbe il tempo e il buon nome. Ed eccolo partire difatto, lasciando libero il campo a quale avesse o più fortuna o più severità ch'ei non aveva.