BOLOGNESI
63
•no Vicelegato il Protonotario Cararaillo Borghesi romano, levandone il Dandini, a cni la gentaglia gridava dietro insolenze mentre partiva, e faceva il viso della matrigna, urlando all' autore della fame e della oarestia. Ma il nuovo Vicelegato prese le vendette dell' antico, incarcerando macellai, staniamoli e facchini in più di cento complessivamente; e furono dannati, chi alla còlla, ohi alla scopa , chi alla frusta, e chi ad altre pene e martiri i più strazianti, secondo l'arbitrio di que' giorni.
ANNO DI CRISTO 1589*
Sisto V. Pontefice, il Granduca di Toscana e il Duca di Ferrara, infastiditi dalle infinite scelleratezze che commettevano del continuo con incredibile pertinacia le numerose squadre dei ladri, degli sgherri, dei micidiali , dei masnadieri e degli assassini da strada sbanditi ornai da ogni ltfogo, si accordarono tra loro di sperimentare, se fosse possibile, di estirpare una volta dal mondo quella pe* stifera lordura: ed a questo fine congiunsero insieme i soldati, così a piedi come a cavallo delle guardie ordinarie degli stati loro, mandandole a scorrere per le Provincie, e segnatamente sui diversi luoghi di confine, dove per lo più si solevano radunare a combattere quelle genti scellerate, quand' erano stanche di rubare e d'assassinare altrove. Ma avendo costoro inteso il grande apparecchiamento che contro di loro si faceva, ritiraronsi essi per ischi-vare il pericolo ; fuggendo i così detti Ghibellini nei luoghi sicuri delle più alte montagne, ed i Guelfi nelle valli del ferrarese , sopra barconi isolati, dove non si potevano (per l'impedimento delle acque frapposte) avvicinare i soldati: i quali aven-* do fatte prove, ma con poco danno degli avversari, alla fine se ne tornarono senz' aver ottenuto il loro intento.Di che furono ancora cagione i potenti amici
*