ANNALI
e meritevoli di essere con dignità onorate nella patria loro; e che alcune per cagione di prelature e di aderenze di parentele e di servitù nel Pontificato di Papa Gregorio erano entrate nuovamente in gran-» dezze e dignità ; e ohe di continuo ancora molti gentiluomini facevano gagliarde pratiche in Roma ed altrove per ottenere i posti de'quaranta Senatori , quando alcuno se ne trovava vacante ; pensò di volere in una volta sola soddisfare a molti che ne avevano fatto dimandare: e con tal pensiero l'anno innanzi ebbe spedito un Breve Apostolico, per lo quale dichiarava di voler aggiungere dieci nobili al numero de'quaranta gi^ stabilito da Giulio II. — Ciò avendo inteso i Senatori, ebbero molto in di-spetto una tale dignità, e mandarono a Roma per ambasciatori, a distornare il Papa da un tal pensiero, Ercole Bentivoglio Conte ea Antonio-Legnani, i quali giunti a Roma, cominciarono in compagnia di Cammillo Bolognini, che colà si trovava ambasoia-tor residente, a far pratiche coi Cardinali, ed a pregare il Papa che non volesse alterare gli ordini e gli accordi già stabiliti con Papa Giulio, ed approvati per ottant' anni quasi da tutti i successori di lui. Ma perchè nel trattare il negozio parve al Pontefice che gli ambasciatori parlassero con troppa libertà, e perchè stavasi già risoluto in cuor suo di ciò che avrebbe voluto, fece distenere in Carcere gli ambasciatori per alcuni giorni; e poi li dimise e rimandò a Bologna, dal residente in fuori che dovette restarsi a Roma. E frattanto ordinò ai Senatori in Bologna che gli mandassero i cognomi delle famiglie antiche, che loro fossero di pieno soddisfacimento, perchè di quelle voleva sortire i nuovi senatori. Perciò gli furono spediti i nomi di ventisei elette famiglie, che furono Orsi, Lupari, Cacciaiupi, Bianohini, Sampieri, Carbonesi, Goa-zadini, Kingbieri, Foscarari, Lodovisi, Rossi, Gui-dotti, Sassoni, Vitali, Paltroni, Calderini, Piatesi, Castelli, Catani, Hercolani , Pellegrini, Ariosti, Al-drovandi, Ranuzzi, Bandirò- e Felicini, delle quali