BOLOGNESI 4gi
medesima nella città nostra, veramente rifulsero per quella sontuosità e magnificenza onde sempre la medesima in solenni circostanze ha saputo distinguersi. Laonde Cristina ne dimostrò replicatamente la gradita e vivissima sua soddisfazione per li molti intrattenimenti che per Lei furon dati; e nell'estrema partenza più volte affermò che mai, nè per distanza di luogo nè per volgere di tempo dimenticate avrebbe tante prove di cortesia e di splendidezza ,. che sopra misura le avevano dato a godere gli amichevoli e schietti bolognesi.
Però di lei non fu nessuno che qui imprendesse a dire la vita. Troppo varia e bizzarra ne'suoi primordi , troppo agitata e scontenta nella sua giovinezza, ferma ed eguale solamente nell' ultimo periodo dell'eroica e dopo l'eroica risoluzione, spaventò forse altrui dallo scriverne, il quale amando meglio il silenzio che la menzogna, non pronunziò verbo , non diede sentenza con veste e cuore di biografo. Ma fra di noi se non ebbe Ctistina assoluti panegiristi , ebbe narratori delle feste celebrate per lei in Bologna nella circostanza di cui finora abbiamo detto, frai quali un anonimo, che stampò la relazione di esse feste nello stesso anno i655 per Giambattista Ferroni, senza dire del Conte Galeazzo Gualdo Priorato, che l'anno appresso pubblicava in Roma l'intera storia di sì cospicua Regina; la quale, deposto il diadema, rinunziato al fasto del soglio ed all'errore dell'antico suo culto, fece in Roma pro-fession solenne di fede, non colle sole cerimonie ma coli'esercizio della vita, mutando il valore boreale nella divozione apostolica, simile ai secoli d'Italia, che dopo la luce del Vangelo, di bellicosi in meno aspri, e in gentili poi, e quasi non dissi in molli e fiacchi si trasmutarono. A Roma pertanto, dove* la Svedese Donna fermò dimora, accolse nel suo palazzo poeti e filosofi, formò una specie di Accademia rivolta specialmente a coltivare l'italiana poesia (onde i primi saggi iperbolici avea sentito per avventura in Bologna nei pochi giorni che vi stette) Annal. Boi. T. VII. 62