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ANNALI
Ciò faremo per più motivi: per adempiere l'obbligo che ci stringe come narratori delle cose patrie com-mendevoli ; per render tributo di omaggio a chi l'ornamento di Bologna tenne a cuore ed accrebbe; e per aggiungere alcuna cosa a quanto scrivemmo dell'Ani a Farnese memoranda nel giorno augusto della pompa decennale eucaristica per la parrocchia metropolitana di Bologna. Le quali aggiunte sono un' utile ed opportuna modificazione alle notizie storico-artistiche per noi pubblicate in quel dì aa Giugno i845.
Di questa sala, soprannomata Farnese, è la memoria prima monumentale nel luogo medesimo, perchè vi si vede ancora intatta una Porta, che dire» mo Giulia, di bello stile cinquecentistico, con pilastrate , cornici , fregi ed imposte su qnel gusto d' intaglio eletto, che si dice comunemente alla Formiggine. Tale porta, che introduce alla residenza dei Reggitori di Bologna, ha negli estremi del fregio, e nelle valve lo stemma e il triregno e le chiavi, che dimostrano il Pontefice Giulio II. della Rovere. Ed è singolare che questa notizia apparisca tuttora dall'oggetto stesso; poiché nel finire dello scorso secolo entravano ognora per quella porta i distruttori degli stemmi ; e quattro n' avevan essi sugli occhi, e insegne d' un Papa, e visibili , nò se n'accorsero per certo, giacché lasciaronle incontaminate. — Del 1641 veniva a noi Paolo III. Farnese, e dopo due anni vi ritornava, prendendo ognora sollecita cura della fortuna bolognese. Il perchè la fede inclita del popolo volle eretta al gran Pontefice una statua colossale in fondo a quest'Aula che prese titolo di Farnesiana : e tale statua ( troviamo scritto nelle Cronache di Cristoforo Saraceni e di Gianfrancesco Negri) essere stata posta nella sala in discorso volgendo 1' anno di grazia i545. Essa rappresentava il vecchio e venerando Paolo III. atteggiato a paterna dignità ; ed era lavoro di Za-caria Zacchio da Volterra, antiquario, scultore in marmo e plasticatore celebrato, che al dire del Zani