BOLOGNESI i3
Carracceschi (senza nominare il decrepito ed inerta Cavedoni) il Tiarini, benché vecchio, ed il Guer-cino ancor florido ed operante, che poco prima ebbe dipinta la famosa Agar ripudiata, e che in appresso ai Domenicani di Bologna stupendamente lavorava il san Tommaso d'Aquino.— Ma checché sia di questa ipotesi ardita, certo è però che la sala Farnese venne allogata a Carlo Cignani ed a'suoi compagni, servendo loro di quadraturista Francesco Quai-ni, soprannomato il vecchio, fratello alla madre di Carlo. Ed oh bella vista, e lodevole gara d' amici e di pittori di storia, tutti giovani, tutti operosi intorno a figurazioni, che con mirabile alacrità e prontezza immaginavano ed incarnavano quasi ad un tempo! Ne pare ancora di vedere (tosto alla destra di chi entra) Antonio Catalani di Roma, intento alla pittura del san Petronio che ai Dottori del bolognese Archiginnasio i supposti Privilegi Teodosiani benignamente consegna. Ci sembra di mirar più oltre Emilio Tarn/fi venticinquenne, che pennelleggia nella storia degli scrofolosi le cose accessorie, pel dolce amico il Cignani ; il quale intanto con ogni cura conduce all' affresco la grande storia dell' entrata solenne di Paolo III. Farnese nel Palazzo pubblico di Bologna, A rimpetto è il perugino Luigi Scaramuccia, che figura 1' incoronazione di Carlo V.— Vicino a Luigi è Lorenzo Pasinelli che rappresenta la ricuperazione della sacra Benda della Vergine, già involata alla sua Cappella in santo Stefano. Presso a lui l'anconitano Girolamo Bonini conduce in dipinto il miracolo della Madonna di san Luca, che recata dal Monte della Guardia a Bologna, travagliatissiina per furor di piogge e di tempeste, fuga le nubi e le calamità, e riconduce la calma e il sereno da lungo tempo invocati. Infine (alla sinistra di chi entra nella gran sala) sta il toscano Giammaria Galli da Bibiena con Barto-lonimeo Morelli da Pianoro, e fingono in pittura Urbano li. benedicente gli stendardi dei Bolognesi che muover vogliono per Terra Santa alle crociate Annal. Boi. T. Vili. 3