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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Ottavo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1846, pagine 848

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a cura di Federico Adamoli

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   o Guazzatoio, che con tal nome chiamavasi ancora ne* tempi che presso noi stava prigione il He Enzio. Dal Guazzatoio andando lungo Reno, è facile immaginare che la Porta di Galliera stava nell'estremità del palazzo Fibbia, ora del signor Conte Antonio Pallavicini ; e che altra Porta era quella che dioiamo Torresotto di san Giorgio. Questa parte della città era alquanto elevata. Chi non vede che dal piano della Via Larga di santa Maria Maggiore a quello della strada detta Ripa di Reno, la differenza è circa di otto o dieci piedi ? Si traversi il palazzo che fu dei Gnudi, e si discenda, non al piano della strada, ma a quello del portico che sta di rincontro al suddetto palazzo, e se ne avrà chiaro convincimento. Dalla porta di san Giorgio voltando per lo Borgo delle Casse, si giunge all'altra fòssa, ove ora è la Seliciata di san Francesco, ed in questa si vede la Porta Soteria, detta Stie-ra, che per essere stata rifatta nel iaoo circa, fu detta Porta Nuova, e ne ritiene ancora il nome. Poco distante da questa Porta, e prima di entrare nella Nosadella, era un ponte di cui trovo menzione in un documento dell'anno 1670. Dal ponte piegando pel vicolo Fregatette, e proseguendo pel Fossato, si ritorna alla Porta di Saragozza d'ondo partimmo. „
   L'Alidosi descrìve le Porte della città del secondo circolo, come segue: —Da san Petronio fu ampliata la oittà, e s'accrebbe il numero delle Porte in questo suo secondo circolo, nel quale (per quel che si trova) furono in diversi tempi le infrasoritte Porte. — La prima fu in Istrada Maggiore, tra la casa dei Surici, ora dello Spedale della Morte, e la casa di quello del Ferro, già de'Tartagni (oggi Bianchetti); e questa venne levata dell'anno ia56<—
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