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cuori, a di forze .fisiche e morali, onde uè derivi una so* v? , fratellanza , nella società. Valsela queste parole proferite da Sacerdote vfn^rato pes dignità, e per, dolcezza e santità di cqstjumi a calmare, li spiriti , ed a preparare, sostegno al novello Stato.
Ma Bonaparte non. era pago di, avere ordinata la Repubblica Cisalpina ; voleva che le Potenze, la riconoscessero come Potentato Europeo, il piezqo più addatto a conseguire un tstl suo desidero era per primo il rijcQnQspimerito di esso per parte della Francia; e perciò volle che il Direttorio Cisalpino spedisse ambasciatore a Parigi a tal., uopo un Visconti, phe accolto in pubblica udienza , presenti tutti li ministri di Francia e gli ambasciatoci dalle Potenze amiche , proferì analoghe.dignitose parole. Rispondeva il. Direttorio con favore, e ben faceva sentire a' Rappresentanti de' Potentati di Europa il voler suo, che ugual riconoscimento si avesse per loro parte la Cisalpina Repubblica.
Non esitavano infatti Spagna, Napoli;, Sardegna , Toscana, Genova, e Parma a mandare ambasciatori, o ministri a Milano a persuaderne di adesione. Accettati li Ministri delle Potenze estere , spediva anch'esso il Direttorio Cisalpino li suqi agenti, a sedere presso di esse uomini di spiriti vivi , astuti ed operativi, e che ad un tempo intendevamo all'unione d'Italia fomentandone il disegno; nelli Stati presso de'quali risiedevano. Solo Ferdinando Marescalchi, di patrizia Famiglia di Bologna, mandato Ambasciatore a Vienna non faceva .frutto, poiché nè l'Imperatore aveva voluto riconoscerlo in tale sua pubblica rappresentanza, nè egli stesso aveva 1' animo volto a propaganda, perchè amico di placida e non. inquieta libertà, e librava le cose non colla immaginazione , ma eoo la ragione.
Bonaparte intanto proseguiva gli ordinamenti politici dello Stato, e chiamava a se i Legislatori Cisalpini 160 pel grafi Consiglio, 8p per quello