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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   4.1 GIUSEPPE MUSOLINO.
   ribili entro 17 giorni, alla Mariangela Caccamo, madre di Rosalia. Il procedimento per questo nuovo gesto antifemminile di Musolino si fece quasi subito, ed egli il 20 novembre 1897 ne ebbe dal Pretore condanna' a 4 mesi e giorni 20 di reclusione.
   Pochi giorni dopo le minaccie alla figlia, cioè il 21 settembre, Musolino, incontrata per caso fuor di paese la di lei madre Mariangela, la percuote e le produce alcune lievi lesioni. Anche per tale fatto fu condannato di poi dal Pretore, il 24 novembre, durante la sua prima latitanza, a dieci giorni di reclusione.
   Le principali circostanze di questi tre reati furon Confermate dalla feste Caccamo Mariangela al dibattimento in Corte di Assise di Lucca, il giorno G maggio 1902.
   Il 27 di ottobre del '97 ha luogo il primo reato a idanno eli Vincenzo Zoccoli, un giovinotto robusto, e anch'esso prepotente, di Santo Stefano. Erano le ore 20 circa quando Musolino, chiamato Vincenzo Zoccoli che stava con altri giovani amici nella osteria di Giuseppe Musolino padre, lo invitò a fare una passeggiata verso la località detta « le Croci ». Lo Zoccoli aderì. Poco appresso, a causa di vecchi rancori che non poterono venir precisati, fra i due si accese una rissa, i cui esatti particolari riesce impossibile ricostruire. Sembra che Musolino, ridotto a mal partito, dicesse al cugino Antonio Filastò, che era uscito dall'osteria poco dopo lo Zoccoli e che li aveva seguiti a una certa distanza : « Spara, Nino, tu che hai la rivoltella». Certo, il Filastò esplose dei colpi che però andarono a vuoto; come è certo che quella sera Musolino riportò varie ferite. Feriti rimasero anche Vincenzo Zoccoli e suo padre Carmine ch'era accorso in suo aiuto, e lo stesso Antonio Filastò. Musolino, dopo il fatto, scomparve.
   In Corte di Assise a Lucca, come già prima negli interrogatori di istruttoria, Musolino ammise il fatto, ma lo scusò dicendo che fu assalito dallo Zoccoli a tradimento, ne fu ferito di ferro, e che dovette perciò difendere la propria vita.