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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Le gesta criminose. 29
   Nella notte del 15 al 16 maggio 1899, ritornato Musolino in Santo Stefano di Aspromonte, con due mine praticate nel muro, dove introduce dinamite inabilmente chiusa entro una specie di fodero di legno (che ci venne però da lui descritto con vivo compiacimento), tenta di far saltare in aria la casa dove dormono tranquillamente Carmine Zoccoli, la moglie, e. i due figli Vincenzo e Romeo. In pari tempo si odono queste parole : «Puttana lorda, credevi che fossi andato in America?... ma non ci vado fino a quando non vi avrò dispersi tutti. » La voce è riconosciuta per quella del feroce bandito. Ma la casa non soffre danneggiamenti per essere le mine male intassate. Musolino (interrogatorio, Corte di Assise, 17 aprile 1902), confessò il reato, e aggiunse: «essi pregavano Iddio di farmi ammazzare, ed io tentai di distruggerli». (Ili atto di accusa nel processo di Lucca).
   Ai 18 maggio 1899, nella campagna di Santo Stefano, spara di agguato un colpo di fucile contro Stefano Zirilli, suo antico nemico, da lui sospettato come spia e gli produce lesione guarita in 29 giorni. Musolino (interrog. 15 novembre 1901) affermò di averlo ferito per dargli una- lezione (« chiarenza » in dialetto calabrese), ma esclude l'intenzione d'ucciderlo. Questo reato non figurò fral i processi di Lucca; giacché istruito con sollecitudine il processo, con sentenza 3 ottobre 1S99 del Tribunale di Reggio-Calabria, Musolino venne condannato in contumacia a tre anni, mesi 6 e giorni 7 di reclusione e 'a una multa di L. 72 per porto d'arma abusivo.
   L'11 di luglio del '99, verso le sei o le sette del mattino, ha luogo l'assassinio del giovane Pasquale Saraceno (IV atto di accusa al processo di Lucca). Questi, ottimo giovani® e a tutti carissimo in Santo Stefano, mentre si avviava alla campagna, giunto alla solita località denominata «le Croci» a breve distanza dall'abitato, fu colpito all'orecchio destro di fucile, carico