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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Le gesta criminose. 25
   tagna dopo compiata la strage : teneva in mano una salvietta contenente forse del pane. Musolino gridò al Nucara: «digli che vada adesso a farmi la spia », e ciò detto, a lenti passi jsi allontanò (deposizione di Nucara al Pretore di Calanna, 25 ottobre 1899). Risultò altresì la circostanza che il bandito per colpire la sua vittima si era appiattato dietro un ciglione rivestito di viti a destra della strada, e che compiuto il delitto si accompagnò tranquillamente con Francesca Caligiuri che a caso di là passava (esame della teste al dibattimento di Lucca).
   Musolino dichiarò più volte, a sua discolpa, che il Saraceno, allo scopo di meglio perseguitarlo, voleva iscriversi nell'arma dei Regii Carabinieri. All'interrogatorio in Corte di Assise, il 17 aprile 1902, aggiunse che Saraceno voleva sposare la sorella di Zoccoli, e confessò come, presente il cadavere, dicesse «che impari a far la spia»: accompagnò, anzi, queste parole con un sorriso. In altra udienza successiva affermò che fu Gregorio Musolino che gl'insinuò essere Pasquale Saraceno spia dei carabinieri, il che aveva già a noi riferito lo zio Gaetano Filastò trovando con ciò giustificato -quell'assassinio !
   Ai 18 luglio 1899 verso le ore 7 del mattino, nel tenimento Podargoni e nella contrada Marrapà, da un colpo di fucile carico a grossi proiettili e sparato da dietro a un cespuglio viene ferito alla regione glutea destra Stefano Romeo che conversava con Carmela Caligiuri.-
   Restò per qualche tempo ignoto l'autore di questo delitto; tantoché con ordinanza 13 dicembre 1900 il giudice istruttore del Tribunale di Reggio dichiarò non luogo a procedimento per essere ignoto il reo. In seguito però la famiglia stessa del bandito dichiarò che il ferimento era stato compiuto da Musolino per mandato di certi Travia.
   Dagli atti parrebbe che i fratelli Travia, amicissimi e complici di Musolino, aspirando a divenire guardiani di un fondo