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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Le perizie psichiatriche. • 403
   coscienza o l'esercizio della volontà in una data azione nociva siano più o meno impediti (Art. 46 e 47).
   Orbene, tutte le'azioni criminose di Musolino ci si presentano con quelle impronte psicologiche da cui sono contraddistinti gli atti coscienti e volontà rii: egli uccise e ferì con la piena consapevolezza di uccidere e di ferire, e di fare con ciò azione punibile; egli (per limitarci agli undici processi di Lucca) tolse la vita a sette persone, attentò a quella di altre cinque persone, procurò lesioni varie ad altre, minò una casa, si impadronì di armi altrui, ammazzò animali, si ribellò alla legge, si associò altri malfattori, sempre col meccanismo delle volizioni normali, ossia con la previa rappresentazione degli atti delittuosi e antisociali che stava per compiere, con il concomitante senso soggettivo di scelta e libertà nella determinazione, cogli apparecchi nerveo-muscolari completamente integri.
   39. Se stando ai criterii della odierna scuola di sociologia criminale desunti dalla temibilità del reo, Giuseppe Musolino deve essere riguardato, in ragione del suo temperamento criminale, del suo tenace spirito vendicativo e della continuata antisocialità della sua condotta, come un individuo oltremodo pericoloso, dal quale la società ha il diritto ed il dovere di difendersi in maniera perenne e sicura, d'altra parte, anche quando lo si volesse beneficiare del criterio più umano della emendabilità, egli si colloca, per le ragioni desunte dallo studio clinico completo della sua costituzione fisio-psichica, fra gli incorreggibili, cioè fra gli individui assolutamente inadattabili alla convivenza civile.
   40. Adunque, noi concludiamo che, secondo la tassativa e per noi periti doverosa applicazione dei criterii giuri-