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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il verdetto e la condanna.
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   di più, che egli comprendeva assai bene la importanza pratica dei nostri due giudizii disparati. Ma forse non arrivò a comprendere nessuna delle nostre argomentazioni scientifiche : il suo intuito di accusato gli fece però capire che in linea generale una perizia gli era favorevole, l'altra contraria.
   È certo che nell'ultimo periodo del dibattimento egli non mostrava più di tenere ad essere un degenerato o un pazzo-epilettico, come lo presentavano i suoi nuovi difensori nominatigli d'ufficio dal Presidente d'Assise dopo l'inopinato sciopero del rumoroso primitivo collegio di difesa : Musolino non voleva saperne di manicomio ; accarezzava invece il vecchio piano defensionale basato sulla ingiusta condanna di Reggio; eppoi, nella previsione dell'insuccesso, s'illuse, o fece credere d'illudersi, sulla speranza della grazia sovrana.
   Senonchè l'arringa dell' avvocato Giannini, della parte civile (famiglia del carabiniere Ritrovato), scosse il bandito: egli per più volte uscì in esclamazioni e in proteste, ad un certo momento anzi dichiarò di sentirsi male e chiese di essere allontanato dall'aula. Il Presidente l'ammonì, ed egli rimase ancora; ma in seguito essendo tornato a diro di sentirsi male, venne sospesa per poco la seduta. Durante quest'intervallo, egli venne visitato dall'otojatre prof. Giampietro, che lo trovò eccitato e assai debole. Alla fine dell'arringa, che fu un'argomentazione lucida, ordinata, stringente della responsabilità di Giuseppe Musolino, questi apparve pallido ed abbattuto. Evidentemente, le parole dell'avv. Giannini lo avevano fortemente commosso; ma tuttavia egli seppe e potò dominarsi.
   11 4 giugno ebbe luogo la lunga e ponderosa requisitoria del P. M. cav. Sansone. Musolino l'ascoltò attcntamentei, in posizione seduta, colla testa fra le palme delle mani e quasi sempre con aria stanca; quando però il P. M. entrò a discutere le circostanze del fucile trovato sul luogo del reato