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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il verdetto e la condanna.
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   Musolino sta bene, è del solito umore; mangia, va tutti i giorni a passeggio, dorme tranquillamente; solo qualche giorno si lagna di dolor di testa. In generale però è deperito. „
   Tutto ciò prova, ancora una volta, come sia azzardato dichiararlo un « emotivo » ed un « impulsivo » nel senso psichiatrico. 0 il contegno di Musolino è dovuto a indifferenza, diremo così costituzionale, e noi non ce' ne meravigliamo sapendo come sia caratteristica psicologica di tutti i grandi delinquenti; o esso è dovuto a calcolo, e quella freddezza è ostentata, e in tal caso sarebbe prova di un singolare potere di inibizione. Noi crediamo che in Giuseppe Musolino coesistano ambedue questi motivi interiori della condotta.
   II 26 luglio la Corte di Cassazione decideva sul ricorso presentatole dagli avvocati del bandito di Santo Stefano. I motivi del ricorso erano molti (dodici), ma si basavano principalmente sulle accennate vicende del collegio di difesa : si faceva appunto al Presidente, soprattutto, di aver lasciato per un certo tempo Musolino privo di un difensore personale affidandone la difesa a chi non ne voleva sapere. Altra ragione di annullamento, e ancor più grave se fosse stata vera, si pretendeva trovare nel fatto che alcuni giurati, durante i dibattimenti, avessero espresso il loro convincimento di già contrario all'accusato prima che si finisse la prova testimoniale. Ma la Cassazione non ha accolto nessuno di questi motivi, e rigettando il ricorso ha confermata definitivamente la sentenza di condanna. E Giuseppe Musolino, sugli ultimi del luglio 1902, veniva trasportato a! penitenziario di Portolongone, nell'Isola d'Elba, dove inizierà la sua terribile espiazione con quella segregazione cellulare che costituisce una vergogna della nostra legislazione penale e carceraria, perchè è castigo fisico e morale di gran lunga più atroce della stessa morte istantanea per mano del carnefice.