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Biografia di un bandito
Giuseppe Musolino di fronte alla psichiatria ed alla sociologia
E. Morselli - S. De Sanctis
Fratelli Treves Editori Milano, 1902, pagine 424

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il verdetto e la condanna.
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   Intanto, negli ultimi giorni della sua dimora a Lucca, mentre si attendeva il responso della Suprema Corte, mentre ancor perdurava l'eco delle discussioni scientifiche e sociologiche sollevate dal «caso Musolino», un avvenimento si compieva laggiù in Calabria a conferma di quanto noi avevamo detto e sostenuto a riguardo dell'azione dell'ambiente. Noi lo narriamo nei principali suoi tratti, valendoci delle notizie pubblicate dai giornali quotidiani.
   Il protagonista di questa seconda, ma fortunatamente presto troncata Musolineide, è Domenico Lombardo, un contadino di 28 anni, dai rossi capelli, di Rizziconi, in Circondario di Palmi. Costui fu dapprima coinvolto in un processo contro le solite associazioni calabresi della mala vita, di cui abbiamo parlato (cap. Ili) ; ma fu assolto per la solita insufficienza di indizii. In seguito, per resistenza alla forza pubblica condannato a quattro anni di reclusione, li scontò nel carcere di Reggio ; ma tornato in paese seppe della infedeltà forzata della moglie, e deliberato di vendicarsi, attese il seduttore di lei, certo Albanese, presso all'abitato nell'ora che rincasava dalla campagna, e gli inferse varie ferite con un pugnale. Datosi alla latitanza, veniva però dopo poco tempo arrestato e rinchiuso nelle carceri di Polistena. Quivi, egli ebbe, a quanto dissero e ripetettero i giornali, una visione soprannaturale che gli insegnava il mezzo di evadere e gli ordinava di vendicarsi, essendo 1' autore del suo disonore scampato da morte „ (è il sogno musoliniano di San Giuseppe!!): perciò tentò 1' evasione, e vi riuscì. Ma messosi a ridar la caccia al suo nemico, era subito ripreso e condannato dal tribunale di Palmi, pel ferimento, a quattro anni di reclusione.
   Parve grave al Lombardo questa pena, tanto più che avevano contribuito alla sua condanna le deposizioni di testimoni indotti dalla parte civile. — Farò come Musolino — disse, e difatti potè nuovamente scappar di prigione (!) ; e poche sere dopo, armatosi di fucile, era già ad appostare l'Albanese : se non che, per l'oscurità, anche egli, come Musolino con la moglie di Crea, colpiva per isbaglio la serva, affacciatasi casualmente alla finestra. Fallitogli il colpo, il Lombardo si buttava alla campagna, vivendo da vero brigante nel territorio fra Nicotera e Paola, commettendo rapine e quindi alienandosi 1' a-nimo di quelle popolazioni. Questa la sola differenza dal caso Musolino „, e questa la ragione per cui il contadino di Rizziconi non ha potuto prolungare la sua latitanza come il segantino di Santo Stefano d'Aspromonte. L'analogia rimane però in tutto il resto della
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