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scritta dal Maestro all'Impresario Lanari di Firenze. « La Signora Almerinda Granchi, prima donna soprano, da due anni in Napoli, e per la quale scrissi io stesso « Roberto. »
La nuova opera venne a Milano nel 1839; ed il 21 Settembre s'ebbe la prima alla Scala. Abuso ancora della pazienza del lettore col-l'accettare la collaborazione del solito appendicista, che nella Gaietta Privilegiata del successivo 24 scriveva:
« Vi sono, a parer mio, alcune opere che giovano ai cantanti, altre che dai cantanti acquistano e pregio e grido. Fu tra le prime alla Scala (finito il Duello di Ricci il Giovane), 1' Italiana in Algeri di Rossini, nella quale ebbero specialmente lodi ed applausi i coniugi Marini; fra le seconde sarebbe ora da noverarsi il Roberto Dévereux di Donizetti (giacché del Gianni di Tarigi è bello il tacere, e per l'onore del Maestro, e per quello dei cantanti, che vi fecero tutti in solidum poca lusinghiera mostra di sé). È indubitato che la Mazzarelli, la Armenia, Salvi e Marini contribuirono efficacemente a far piacere parecchi pezzi di una musica, che non è fra le migliori del celebrato Maestro e che per sopramercato ha i soliti innesti e raffazzonamenti, contro il quale sprecano il fiato dei loro polmoni il pubblico ed i giornali. »
Al « Roberto Devereux » successe la « Maria di Rudenz. »