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giustato nelle varie ripetizioni, ad istanza della Stoltz. La musica del quarto atto fu scritta in una sola notte. Vaer e Royer, i soci librettisti, portarono al maestro i loro versi al dopo pranzo, ed alla stessa ora del giorno dopo egli la cantava loro, trasfigurandosi nella sua ispirazione.
L'opera ottenne un successo che andò sempre più accentuandosi, sì da finir poi in un completo trionfo.
Poco dopo quest' altra vittoria Donizetti scriveva a « Monsieur le chev. Felix Romani, Directeur de la Gaiette du Tiemont, Turin », che gli aveva composto un libretto « Adelia o La Figlia dell'Arciere » (i), una lettera cu-
(i) Fu questo l'ultimo libretto che il poeta scrisse per Donizetti. Felice Romani era nato a Genova nell'ultimo quarto dello scorso secolo, e morì a Sestri Levante il 28 Gennaio 1865. Divise la sua vita artistica fra Milano, come Poeta degli fi. RR. Teatri, e Torino, ove fu chiamato dal Re Carlo Alberto a dirigervi la Gaietta Piemontese. Scrisse dapprima alcune novelle e molte canzoni, (fra le quali furon celebri quelle al Marchesi, alla Malibran, alla Pasta, al Pacanini). Dove, al suo tempo, Romani non ebbe rivali fu nel dramma per musica. Le sue facili, eleganti, armoniose strofe, l'azione ben condotta, la manifestazione e l'incarnazione degli alfctti, ottimamente rese, diedero occasione favorevole alle creazioni musicali dei più valenti maestri che illustrarono il teatro d'allora, fra i quali Donizetti e Bellini. Pel Maestro Bergamasco scrisse i 10 libretti flelle opere seguenti : Chiara e Scranna,
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