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dolci?! ». Ma la meraviglia e lo stupore crebbero quando, poco dopo, Donizetti scese la terza volta, e fece la terza compera. « Ma, Gaetano..., ancora dolci ? ! » gli disse un amico. « Come... ancora? » « Ma sicuro... è già la terza volta che.... » « La terza volta?! !... Ah... non mi ricordo, non mi ricordo più di nulla. » Il Royer assicura che da quella sera Donizetti cominciò a dare in ismanie, a piangere, a far palesi i primi sintomi della pazzia^.
« Ho visto, scrive pure il Royer, il povero Gaetano al suo ritorno da Vienna, e, dalle prime parole scambiate, m'accorsi con terrore dei guasti che incominciavano ad operarsi nel suo cervello. Feci partecipe de' miei timori il nostro amico, il dottor Filippo Ricord, il quale mi rispose che se Donizetti non andava a vivere in campagna, lontano dai rumori del teatro e da qualunque esaltazione, egli sarebbe diventato folle. Oimè ! fu impossibile ottenere da lui questo sacrificio. Qualche mese più tardi, fui a visitare il nostro povero amico alla casa di salute d'Issy; questa bella intelligenza era perduta per sempre ».
Infatti, in Agosto, Donizetti aveva avuto un nuovo attacco di paralisi, e, sempre più aggravandosi il male, si era ridotto in un pietosissimo stato. Il suo occhio, tanto vivace, s'era offuscato, la sua bella fronte s'era coperta di