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Non lascerò del resto di osservare che l'ammalato è tuttora suddito austriaco e recossi con ispe-ciale permesso di S. M. I. R. in Parigi, così che il Tribunale in Bergamo sarebbe in ogni modo competente ad impartire i provvedimenti di cui trattasi.
Piuttosto questo io mi onoro di pregare l'E V. ad abbassare al detto Tribunale le istruzioni che troverà del caso etc. etc. »
Ad onta di tutti questi incagli burocratici, e dello stato di salute peggiorata dell'infermo, finalmente le preghiere del fratello Francesco e del nipote Andrea di ridare all'aria nativa di Bergamo l'esausto Maestro furono comprese dall'alto, ed esaudite. Del principio di questo penoso viaggio e delle istruzioni che su esso dai diversi uffici austriaci furono impartite, come pure dell' interessamento generale e della Corte Viennese per l'infelice infermo, abbiamo trovato notizie in una lettera, in data 26 Settembre 1847, diretta da Vienna, dal Gran Ciambellano di Corte Dicteikstein, (che fin dai primordi della malattia del Maestro era stato incaricato dal Monarca Austriaco di raccogliere tutte le notizie riflettenti l'infermo e di provvedere ai diversi casi in cui fosse stato utile il suo intervento), al Conte Spaur, Governatore di Lombardia. Eccone una traduzione quasi letterale :