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gistri, non abbiamo potuto trovare i documenti che tanto ci interessavano.
Oltre l'assistenza gentile, e dirò quasi fraterna delle signore Rosa e Giovannina Basoni, e quella non meno pietosa ed affezionata dei vecchi e provati amici Dolci e Bonesio il disgraziato infermo' aveva lé'cure dei più accreditati medici,'fra- i quali primo, e per speciale competenza e per- affettuosa amicizia che legavalo all'ammalato, è da annoverarsi il va-
mentre nei Vespri Siciliani iè diluita in cinque atti lunghissimi. L'opera del Donizetti ha giuste proporzioni; la prolissità de,' Vespri ne offusca le innumerevoli bellezze. »;, e
Lopera è preceduta da un brevè preludio, che mancava nello spartito. Donizetti aveva però indicato, le idee delle quali aveva in animo di servirsi in esso: un movimento di marcia-funebre e una frase nobile e larga che ritrovasi nel 3 atto. Al Salvi va dato encomio per aver egli studiosamente evitato di richiamar sovra di sè l'attenzione degli uditori . . . . . 1. .-,..,........
. . ' . . . . .,',!•'. . . . . . . ... 1 « Tale è, la nuova opera 'di Djnizetti, scritta quarantanni or sono, essa non apre e non poteva aprire nuove vie all'arte. Il pubblico vi ravviserà qualche reminiscenza, nè potrebb'essere altrimenti poiché tutte le opere di un mederimo autore hanno necessariamente qualche punto di rassomiglianza negli andamenti ritmici e melodici. Ad ogni modo, il Duca d'Alba é a parer nostro, fra le opere del Donizetti una delle migliori, e nutriamo fiducia ch'entrerà nel repertorio .italiano per rimanervi gloriosamente e per lungo tempo. »