zione di mio padre con certi amici ed ospiti, per ragazzo ne intendevo anche troppo ».
E intanto egli cominciava a poetare, e, per isvago, oltre al far le repubbliche coi fratelli e con gli altri fanciulli del vicinato, si allevava in casa un lupacchiotto : il che fece dire a lui stesso d' essersi formata una natura alquanto orsina : e il paragone venne ripetuto sovente a proposito di certi suoi impeti terribili e d'una certa sua nativa selvatichezza.
Se non che, scoppiata la reazione dopo il '48, il troppo pugnace padre dovette riparare a Firenze: e Giosuč fu posto coi fratelli Dante e Valfredo, alle Scuole Pie degli Scolopi, dove egli compič gli studi di umanitą e retorica, come allora erano detti, guadagnandosi la stima dei maestri che lo classificarono come ottimo e irreprensibile. Quivi ancora ebbe a condiscepoli il Gargani, il Chiarini, il Nencioni: i quali tutti ci hanno lasciato memoria del lavoro indefesso che sin d'allora il giovine andava compiendo sugli scrittori classici, specialmente latini, ch'egli traduceva e commentava con singolare erudizione, tra lo stupore dei compagni e dello stesso maestro. Scrisse il Nencioni : « L'adolescenza e la prima gioventł del Carducci sono state veramente spartane : quegli anni cosģ ridenti per tutti, furou per lui anni di sacrifizi, di perseveranza, di lavoro ostinato, di dignitosi silenzi, di nobili e alteri rifiuti. E conosco una povera casa in Firenze, in fondo di via Romana, che fu testimone di giornaliere ignote lotte, consolate solo dalle pure gioie della poetica ispirazione, da entusiasmi di ammirazioni artistiche, dalla lettura