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Giosue Carducci
Biografia - Opere - Metrica
A. Franzoni
Società Tip. succ. Wilmant Lodi Milano, 1909, pagine 92

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   dei tìgli che insultassero il loro padre. Egli si mantenne tuttavia sereno e perdonò, concludendo: « Sono buoni e nobili giovani, ed io li amo. Essi credono aver ragione, dunque hanno ragione », Ma se un giorno questi Agli, accecati da troppa fervida passione politica, offesero in lui il padre, che sempre li aveva educati ad un unico principio di fede immutabile — l'Italia innanzi tutto! l'Italia sopra tutto ! —, ben seppero essi fare ammenda poi dell'oltraggio con le commoventi onoranze del giubileo, e più riconoscendo che il maestro non aveva disertato la bandiera. La quale fu sempre una sola per lui, quella della patria; ond'egli ai detrattori d'un tempo avrebbe potuto rispondere : « Io ho avuto sempre accesa nel mio pensiero una lampada sacra e la ho custodita dal soffio dello scetticismo; io ho avuto sempre viva nell'animo una fede, e la ho conservata fiorente di sempre nuove primavere, io ho amato con tutte le virtù dell' intelletto e del cuore l'Italia ; e ho detto e cantato soltanto ciò che a volta a volta ho stimato che fosse di vigoria e di nuovo decoro, o, anzi, piuttosto, necessità suprema di vita. E voi smentitemi se potete » (4).
   Ed era vero. Il Carducci aveva sognato nelle primavere della patria un' Italia fiera e grande, ben diversa da quella dei piccoli politicanti ; per ciò aveva sferzato i corrotti ministri della monarchia, rifugiandosi in una repubblica ideale. Ma i tempi ormai erano mutati; e dimostravasi necessità storica e psicologica per chi amava l'Italia, per chi la voleva grande e non condannare sè stesso alla inazione, riconoscere i vantaggi della forma ino-