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Giosue Carducci
Biografia - Opere - Metrica
A. Franzoni
Società Tip. succ. Wilmant Lodi Milano, 1909, pagine 92

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   opere. E continuavano tuttavia gli epici canti che uscivano di consueto nel giorno della festa nazionale, il 20 settembre: nel '90 il Piemonte, la Bicocca di S. Giacomo nel '91, il Cadore nel '92, Alla città di Ferrara nel '95, La Chiesa di Polenta nel '97, ed a quando a quando altri magnifici carmi che vennero poi raccolti in apposito volume del 1898, dai titolo Rime e Ritmi. Ed anche le prose, le più di erudizione, seguirono numerose sino alla dottissima Prefazione alle opere del Muratori. Persino a Madesimo, dove da parecchi anni, per necessità di cure fìsiche, era solito passar l'estate, lavorava indefessamente.
   Or, verso il tramonto l'attendeva, piena ed intera, la gloria. Le opere sue diffuse in Italia e all'è-I y stero, la grandezza della sua poesìa, la dottrina e la vigoria della sua prosa, l'influenza della sua arte, il valore di alcuni de' suoi discepoli ne avevano reso ormai incontrastata la fama; il vecchio glorioso restava in quegli anni, con Giuseppe Verdi, tra i pochi rappresentanti del genio e della gloria della patria. Eppure non devesi scordare che Giosuè Carducci fu quasi sdegnoso di encomi, nemico acerrimo poi dei pappagalli lusingatori; e che se. ciò malgrado, il suo tramonto fu illuminato di tanta luce, non egli mosse un passo per accattare onori; la gloria andò a lui, non lui alla gloria.
   11 6 febbraio del 1896 la città di Bologna celebrò dunque degnamente il trentacinquesimo anno dei suo magistero, trovando all'uopo unanime consenso d'intelletti e di cuori. L'ire erano ormai assopite, le passioni politiche scomparse; non restava che l'uomo grande, gloria vivente dell'Italia redenta: