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Seguono dal '61 al '71 i Levia Starna; nei quali il Carducci rivelasi come il poeta della rivoluzione, giacché ivi è riflesso tutto lo sdegno contro le viltà della patria dopo l'onta di Aspromonte, tutta l'avversione contro le ingiustizie iella società. L'intonazione del libro è piuttosto li pessimismo per il presente e di rimpianto per il [lassato; anche qui sono invocati l'Eliade, il Lazio, Dante e il Petrarca; ma vi sono inoltre ricordati i Poèti di Parte Bianca, vi è celebrato il buon genio di Louisa Grace Bartolini, donna d'altre genti ed età, vi è compianta la morte di grandi uomini, come quella del Thouar e di Giambattista Niccolini; vi è celebrato il solenne ingresso di Ugo Foscolo al tempio di Santa Croce. Infine il corrucciato Poeta chiede alla Musa inni novelli, poiché égli allora
..... . la ferrea
d'Alceo corda quetata, In su le glebe
dal pio travaglio floride
leverà il canto a la fraterna plebe.
È l'annunzio foriero dei Giambi ed Epodi.
Ludovico Limentani nota a ragione che in questo nuovo libro del Carducci appare la poesia umanitaria e sociale che piange la miseria e inneggia all'uguaglianza: bandita l'erudizione ellenico-latina e l'arte riflessa dei Juvenilia, vi si scopre invece una inspirazione più immediata e sorgente dai fatti quali, giorno per giorno, si presentavano alla commossa fantasia del Poeta, Il suo ingegno invero si liberava da Dante e Virgilio: i soggetti della sua lirica divenivano più nuovi ed ispirati ai nuovi ideali che gli infiammavano l'animo; e anche la