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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
forma, più sciolta da imitazioni, pur conservando una purezza classica. In una parola, il Poeta era ornai verso l'uscita a qualche cosa di vittorioso; così « l'inno a Febo Apolline — com'ei disse — diventò l'inno a Satana! », sprigionatosi dal suo cuore in una notte di settembre del 1863: il famoso inno così discusso, frainteso, esaltato e maledetto : l'inno che suscitò clamori e polemiche rinnovatisi, a quando a quando, anche in più tardi momenti, allorché parve che altri sentimenti albergassero nell'animo del Poeta; l'inno che egli in un'ora di sdegno definì troppo duramente « una volgare! chitarronata ». In realta quest'inno era la affermazione del paganesimo, o del naturalismo che dir si voglia del Carducci; il cui concetto mal si limiterebbe a questo solo suo canto, ma che ali-braccia tutta l'opera sua e si risolve in somma in un inno alla bellezza, alla vita, alla ragione. |