zini, di Giuseppe Monti e Gaetano Tonnetti, mette alla gogna i nuovi Pucci è Bontun d'Italia, prorompe in amaro sarcasmo dinanzi alla vergogna di Lissa: glorifica le nitrici furie francesi di Robespierre, di Marat, di Danton : mette a nudo l'onta d'Italia entrata nascosamente in Campidoglio: e nell'impeto ultimo della magnanima ira Lgiunge a tacciare di viltà quella patria che egli, il poeta della terza Roma, avrebbe poi così rna-Lgnificamente glorificato :
Accoglietemi, udite, o de gli eroi esercito gentile: triste novella io recherò fra voi; la nostra patria è vile.
Nessuna satira in Italia dopo Dante aveva attinto simili altezze: nessuna invettiva aveva raggiunto tanto furore; colpiva, stritolava, annientava. I despoti e le istituzioni ne sentirono il fulmineo tocco, i timidi n'ebbero paura, i giovani s'accesero d'entusiasmo. E veramente il canto del Poeta fu monito solenne agli uni, acuto sprone agli altri, [e rimarrà perenne documento della storia di quel tempo.
Eppure, questa patria vanta ben anche dei grandi e degli eroi: riposiamo dunque l'animo in essi : '¦ed ecco ne arriderà, col Poeta, la figura di Giu-Iseppe Mazzini che
......vide nel ciel crepuscolare
co '1 cuor di Gracco ed il pensier di Dante la terza Italia :
uscendo nella sublime apostrofe :
Tu sol, o ideal, sei vero !