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invece quella — anche nei Giambi ed Epodi — in cui il Poeta s' abbandona pienamente alla simpatia e all'entusiasmo, quando, sbollito il furore, ritratta obbiettivamente la storia; allora spazia nel suo campo da dominatore ed il suo canto riesce vero perchè profondamente sentito e naturale. Ammiratore di Heine, di Victor Hugo, del Panni, del Giusti, il Carducci credette avere l'animo disposto alla satira, materiando questa satira di argomenti politici: e bella gli riesce in generale la forma del verso che, al dir del D'Ancona, « corre diritto al . pari d'impetuoso torrente ». Pure, a lui, così ricco d'entusiamo per l'eroismo, così acceso d'ideali per la bellezza, meglio che 1' amarezza del sarcasmo conveniva la strofe alata dell'inspirazione e della fede. E certamente non si può negare che qui vi sia un Carducci più vero e più grande, e di qui cominci per lui quella via per la quale è salito «de' secoli su '1 monte ».
Del resto lo stesso Carducci, che fu anche un giudice severo dell' arte propria — coscienza la quale contribuì certamente alla sua perfezione —, scrisse che, poesia come quella degli Epodi e dei Giambi non è che d'un breve periodo della vita : passato il quale l'artista non deve ostinarsi a rivestire le stesse forme se non vuole cadere nella posa e finire imitatore e caricaturista di sè stesso. Per ciò la poesia del Carducci doveva prendere, per sua stessa determinazione, un indirizzo nuovo : il quale appunto produsse le Rime Nuove, che iniziano, come dicemmo, il secondo periodo, quello della vera grandezza poetica. Esse infatti rappresentano la massima perfezione della poesia car-