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d'immagini, ad una espressione sempre tersa e misurata. Così, ecco il pio bove che nel glauco occhio rispecchia « il divino del pian silenzio verde » : il fresco mattino campestre su cui passano lampi ed iridi e il ciel sorride d'amore : il brindisi d'aprile e l'idillio di maggio e la mestizia d'autunno e la serenata alla giovine luna splendente d'in sui veroni. Chi può ridire l'ineffabile dolcezza de 1'/-dillio maremmano, della immortale bionda Maria,, alta e ridente, dall'occhio azzurro
sotto i cigli vivi di selvatico fuoco lainpeggiante-f
o l'ineffabile nostalgia del Davanti San Guido, dei cipressetti di Bolgheri, di nonna Lucia e della eterna commovente istoria ch'ella racconta ?
Deh com' è bella, o nonna, e come vera è la novella ancor ! Proprio cosi. E quello che cercai mattina e sera tanti e tanti anni invano è forse qui...
Ivi anche il classicismo ha le sue Primavere Elleniche raggianti di greca bellezza:
Pigri terror de l'evo medio, prole negra de la barbarie e del mistero, torme pallide, via ! si leva il sole,
e canta Omero,
Ivi segue infine la storia : la quale corre dal medioevo con la Leggenda di Teodorico, che inabissa nel cratere sul nero cavallo, fosco come l'età, sua, e move da le faide del Comune, sino a Carlo V, « pollone de la mista PciZZcl» che dee la terra cristiana aduggiare ». E, dopo la storia medioevale, la moderna, che romba nella rivoluzione francese, coi famosi sonetti, Ca Ira, dove la