— 38 —
solennità, lo scherno, l'imprecazione, tutto è reso con potenza grandiosa. Passa innanzi a noi la sfilata dei capitani delle armate repubblicane : si scoprono le congiure di corte, compissi la resa di Longwy e la viltà di Verdun: ed ecco il popolo ebbro di esaltazione fra' suoi demagoghi, e le uccisioni e la plebe all'assalto e le cannonate e tutti insomma gli episodi di quella tragica ora raccolti in dodici quadri parlanti : dove « il movimento, l'esaltazione, il fanatismo, la tenerezza, la ferocia, P eroismo, i contrasti di sentimenti e di passione di quel momento rivoluzionario, tutto è potentemente reso » (7). Difficilmente nella storia delle nostre lettere si possono trovare ritratti così sintetici e magnifici, ov'è dipinta a rapidi tocchi tutta una serie di eventi, quadri così pieni di moto e di vita, pagine storiche che emulano quelle di Michelet e di Carlyle. Il Carducci comincia a divenire qui il vero dominatore della storia, che sarà d'ora innanzi il fattore precipuo dell'arte sua : il Poeta sta toccando la sua mèta. Raggiunta tanta altezza, ben egli può descrivere nel Congedo alle Rime la grandezza del nuovo vate:
II Poeta è un grande artiere
che al mestiere
fece i muscoli d'acciaio :
magnifico artiere, dal collo robusto, dal Aero volto, dallo sguardo scintillante che abbraccia il passato e l'avvenire : foggia su l'incudine e spade e scudi e serti di gloria, mentre il sole gli batte e riluce in fronte.
Siamo così all'apogeo dell'arte carducciana: alle Odi barbare, suggello della sua opera innovatrice.