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capolavoro del Poeta, bersaglio un giorno ai botoli ringhiosi della critica ed ora solenne e grandioso monumento della nostra letteratura moderna. E' qui infatti la vera vittoria poetica del Carducci: giacché nell'ode barbara il suo fervido amore all'antico ha trovato finalmente la sua forma definitiva rispondente all'ideale concetto, P ha trovata appunto nel metro classico che lo racchiude, come il letto di un fiume contiene ed informa, giù per 'gli scoscesi dirupi o traverso alle valli fiorite, l'onde or impetuose ed ora tranquille. Il Carducci è specialmente qui, e questo è il culmine dell'arte sua. Le prime odi barbare, seguite poi trionfalmente dalle seconde e terze e da Rime e Ritmi, parvero davvero una rivoluzione e suscitarono clamorose polemiche per la novità della forma metrica, per la presunta stranezza del ritmo, per la visione così singolare della vita, per la originale interpretazione della storia: un'opera in somma troppo nuova per non essere appassionatamente discussa. E s'incominciò dal titolo. Perchè furori dette barbare ? Rispose il Poeta : « Queste odi le intitolai barbare perchè tali suonerebbero agli orecchi e al giudizio dei greci e dei romani, se bene volute comporre nelle forme metriche della loro lirica, e perchè tali torneranno pur troppo a moltissimi italiani, se bene composte e armonizzate di versi e di accenti italiani. E così le composi, perchè, avendo ad esprimere pensieri e sentimenti che mi pareano diversi da quelli che Dante, il Petrarca, il Poliziano, il Tasso, il Metastasio, il Parini, il Monti, il Foscolo : e il Leopardi originariamente e splendidamente concepirono ed espressero, anche credei che questi