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Giosue Carducci
Biografia - Opere - Metrica
A. Franzoni
Società Tip. succ. Wilmant Lodi Milano, 1909, pagine 92

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   pensieri e sentimenti io poteva esprimerli con una forma metrica meno discordante dalla forma organica con la quale mi si andavano determinando nella mente ». Era vero : non una strana vaghezza di novità lo spingeva ad usare un tal metro, ma la necessità di foggiarsi una espressione esteriore che meglio rispondesse a quella interna e con questa escisse intimamente organata. Ed ebbe ragione il Poeta, chè il suo tentativo non solo la vinse sul vano sforzo già fatto nel Cinquecento, ma ci diede un'arte che aveva insieme dell'antico e del nuovo, che alla rima sostituiva il ritmo, che* aveva' la robustezza e la solennità di particolari scultori e di sintesi possenti : ove non è più la passione impetuosa dei combattente, ma la visione1 pacata che permette di consacrare ogni fatto, purché degno, all'avvenire.
   Che cosa canta il Carducci nelle Odi barbare La storia e la filosofia, la vita e la natura, l'eroismo e la patria: e, sovra tutto, splendente una grande idealità nazionale, il trionfo dell'itala gente rinno-veliata « su l'età nera, su 1' età barbara »: ecco il contenuto di queste odi. Ond'esse nel loro insieme formano un poema gloriosamente epico, umano e nazionale; un grande poema epico chea muove dalle prime origini mitologiche, corre per mezzo alle civili epoche greca e romana, traversa il verno del medio evo, per giungere alle glorie fulgenti della terza Italia; un grande poema umano che ricerca nella vita e nell'arte i più sereni ideali, che offre una concezione naturalistica viva e gioiosa dell'esistenza, e pure giunge a toccare spirituali altezze, col patetico suono dell' Ave Maria : un