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Giosue Carducci
Biografia - Opere - Metrica
A. Franzoni
Società Tip. succ. Wilmant Lodi Milano, 1909, pagine 92

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   come una affettazione o ima moda o un dilettantismo : ma come un bisogno prepotente dello spirito che lo portava per ciò a prorompere nelle collere più violente e ad attingere gli entusiasmi più sublimi: un bisogno nato anche dalla coscienza fortissima in lui della civiltà due volte largita dal l'Italia al mondo. Egli, il commosso poeta della storia, ritrovò nel passato l'anima sua che è l'anima italiana risorta, e ne trasse novella coscienza per trasmetterla a noi.
   E però, fisso lo sguardo nella visione delle alte idealità cui la patria è destinata, divenne sdegnoso delle viltà del presente: fu alieno da menzogne od adulazioni; come il fiero poeta del Giorno ebbe il coraggio di dire sempre il crudo ma utile vero alla patria che stava in cima de' suoi pensieri ed un giorno osò tacciarla di viltà. Ma poi ripensando che la sua era pure la patria di Dante, di Mazzini, di Garibaldi, le sciolse riconoscente un inno in nome della sua grandezza, della sua beltà, del suo valore, del suo genio! la celebrò per le pagine immortali de' suoi poeti, per le opere de' suoi artisti, per gli eroismi de' suoi duci; e i grandi morti del Risorgimento divennero il palpito della sua poesia. E veramente egli ebbe un canto per tutte le glorie della patria l'innovellata : volle, e ci riuscì, ad immergere la nuova generazione in un puro lavacro di memorie: come una nota che ritorna insistente in una grande opera musicale, così in vario suono, ora di gioia ed or di mestizia, talvolta di rimpianto ed altra di entusiasmo, qui di plauso e altrove di minaccia, ritorna sempre il cantico sacro alla patria: l'epos della nuova Italia.