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Giosue Carducci
Biografia - Opere - Metrica
A. Franzoni
Società Tip. succ. Wilmant Lodi Milano, 1909, pagine 92

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'Appennino su la cui rosea traccia pare splendano le nuove madonne del Perugino. Ecco i fiumi che scorrono perenni: il Piave che divalla tra i verdi baratri recando al mare i vecchi pini delle navi, l'Adige bello che canta la sua scorrente canzone al sole, l'Adda cenilo che corre tra' rosei fuochi del vespero : i fiumi del Piemonte che scendono pieni, rapidi, gagliardi, e giù giù sino a l'Arno, fiume d'Italia, sino al Tebro divino, sino alle meravigliose Fonti del Ciitumno, culla de l'italica stirpe. Ecco le gloriose regioni : la Lombardia ancor fremente dell'epica pugna di Legnano, il Piemonte dai cento battaglioni e dalle vetuste città, il Cadore che sorge festante all'armi quando la patria chiama, la Liguria davanti a cui scintilla nel mare lo storico scoglio di Quarto, la Romagna su cui squilla soave l'Ave Maria, la Maremma dalle desolate solitudini, e la Sicilia « d'eroi antica madre ». Ecco le città : Trento sugli spaldì alpini da cui veglia l'ombra di Dante, Trieste a specchio del divin riso de l'Adria, Ferrara « madre de 1' itale muse seconda », Brescia « leonessa d'Italia », Torino incoronata di vittoria, Genova splendente, Bologna turrita; ancora ancora sino a Firenze, sino a Roma!
   Salve, dea Roma! Chinato a i ruderi del Foro, io seguo con dolci lacrime e adoro i tuoi sparsi vestigi, patria, diva, santa genitrice.
   Son cittadino per te d'Italia ; per te poeta, madre de i popoli, che desti il tuo spirito al mondo, che Italia improntasti di tua gloria.