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Giosue Carducci
Biografia - Opere - Metrica
A. Franzoni
Società Tip. succ. Wilmant Lodi Milano, 1909, pagine 92

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   all'uopo quali potenti visioni storiche balzino allo sguardo nelle odi Alle fonti del Clitumno, Alla città di Ferrara, La chiesa di Polenta. Gli ultimi carmi sono specialmente sotto questo aspetto i più mirabili, sicché davvero può dirsi che la storia sia l'anima di quella poesia. E tutta egli la percorse: la orientale come nell'ode Alessandria, l'ellenica e romana richiamate in cento carmi, il medio evo quale nella Leggenda di Teodoricox l'evo moderno in Ca-Ira, e tutto il periodo contemporaneo del nostro risorgimento dalle prime rivoluzioni alla redenzione della patria. Questa istoria poi riesce trasformata dalla viva fantasia del poeta : giacché non è la storia per sé stessa la materia della sua poesia, «ma il suo sentimento, che dalla storia toglie solo quello che a sé stesso risponde; e quando altro obbiettivamente cerca il poeta per accendersene la fantasia, non vi riesce, e resta freddo o la materia resta bruta» (11). Solo Dante può competere col Carducci in sì magnifica e profonda rievocazione storica; ancora una volta i due grandi si accostano, nello spaziare da giganti i secoli.
   Un altro pregio dell'arte carducciana è 1' armonica corrispondenza che è tra il poeta e la natura: non solo la natura che ci splende sotto gli occhi e quella riprodotta dall'arte, ma ancora quella immensa che trascende i sensi e fu creata dalla sua potente fantasia. Giosuè Carducci adorò la campagna; Virgilio e Garibaldi furono a lui cari anche perchè furono gli uomini dei campì, Virgilio il cantore delle terre italiche: Garibaldi, il dittatore, che, posate le armi, torna alle.zolle di Caprera.