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stello Cristo tornante a' suoi cieli, mentre « su le cime e ai piano, per l'aure, pe' rami, per l'acque >J tripudia la melodia spiritale della primavera; si sente quando esse ripetono dal campami risorto, •di clivo in clivo, Fornii saluto de l'Ave Maria e -
un oblìo lene de la faticosa vita, un dolce sospirar quiete, una soave volontà di pianto l'anima invade;
e sentesi ancora quando chiamano i figh d'Italia alla riscossa ;
Udite. Un suoli lontano discende, approssima, sale, • 1
corre, cresce, propagasi ; un suon che piange e chiama, che grida, che prega, che
[infuria
insistente, terribile.
Nelle stesse forme metriche, ne la strofa svol-gentesi or agile ed ora grave, ora solenne ed or carezzevole, si agita ed emerge su viva l'immagine e chiaro il suono delle cose, porgendo al lettore lo spettacolo palpitante della vita, aprendo i sensi e l'anima agli effluvi e alle luci che vengono dai cieli, dai monti, dai mari, dai fiumi, da le ampia distese de la patria. Il Poeta immerge sè e noi ne' suoi amori che sono gli alberi, i fiori, gli uc ¦celli, le superbe vette alpine e le verdi pianure lombarde, i mari immensi e i fiumi gloriosi, i limpidi mattini e i rosei vesperi, i soli folgoranti è le pallide stelle, il trillo delle allodole e il canto delle cicale. E tutta questa natura, pur velata talora da tristezza, è sempre un inno all' amore e alla vita; amore cantano i nidi e i boschi: amorel i palagi, le chiese, le torri, i borghi, le vie, lei