La lirica carducciana, profonda nel pensiero ed eletta nella forma, agì come fuoco purificatore distruggendo il verismo e l'Arcadia; poiché il Carducci togliendo il vago, V impreciso e il sentimentale, purgò la poesia, al dir del Torraca, <;< dalla sonorità vuota e dallo splendore fattizio; v'infuse sincerità d'ispirazione: la ricondusse alla delineazione nitida del fantasma poetico e alla espressione rigorosa, sobria, densa, del sentimento; la piegò alla evocazione e alla riproduzione obbiettiva dell'avvenimento storico, alla rappresentazione diretta, commossa ma fedele, del mondo esterno (17); sicché quasi tutta la lirica odierna, sotto un certo aspetto, è merito suo: lo stesso D'Annunzio non sarebbe, come disse il Mounier, se il Carducci non fosse stato.
Pure, la poesia del Carducci fu tacciata di troppa oscurità. E certo, l'alta contenenza della poesia carducciana, che dalla storia trae i suoi precipui elementi, fa poi sì che non possa essere adatta a una lettura facile o superficiale, né convenire al tutte le intelligenze; ma ciò non giustifica quella accusa; di oscurità sarebbe responsabile il Carducci se fosse difettoso o ambiguo o involuto nelle sue espressioni: ma non è questo il caso suo. Egli è un grande poeta, che per ciò appunto ha una! concezione ed espressione tutta sua, lontana dal comune; e però fu anche detto, e pure a torto,I non essere popolare : meglio era dire che non è accessibile a tutti. Quella poesia è inoltre di una profonda coltura classica e storica, e tale che nel breve cerchio ferreo di poche frasi costringe un ampio pensiero, « nel picciol verso » racchiude i