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TEORIA
l>uport I. li. Metodo per Violoncello di I. L. Duport. - Milano e Firenze, presso G. Ricordi e C.°, s. a., in fol.
Fantini Girolamo da Spoleto. Modo per Imparare a sonare di Tromba tanto di guerra quanto Musicalmente in Organo, con Tromba Sordina, col Cimbalo, e ogn' altro istrumento. Aggiuntoui molte sonate, come Balletti, Brandi, Capricci, Serabande, Correnti, Passaggi, e sonate con la Tromba, & Organo insieme. Di Girolamo Fantini da Spoleti Trombetta Maggiore del Sereniss. Gran Duca di Toscana Ferdinando II. - In Francofort Per Daniel Vuastch. 1638 - in fol., di pag. 86 e*una carta in fine non numerata per la tavola. Nel retto della seconda carta avvi intagliato in rame il ritratto del Fantini.
Benché l'edizione abbia la data di Francoforte, pure dai caratteri e da altri indizi può ritenersi fatta in Firenze senza teina d' errare.
Fenaroli Fedele. Regole musicali per i principianti di cembalo. - In Napoli, 1775, per Vincenzo Mazzola - Vocola -in 12°, di pag. 55.
Fiorillo Federico. Etude de violon en trentesix caprices composés par F. Fiorillo. Seconde edition, augmentée d' une traduction allemande. - OfFenbach, chez J. André. - in fol. di pag. 31.
Fouchetti, o Fouquet. Méthode pour apprendre facilement à jouer de la Man-doline à 4 et à 6 cordes, etc. Par M.r Fouchetti Maitre de Mandoline. - Paris, et Lyon chez M.r Castaud - in foglio inciso in rame con 18 pagine di teorie, e 15 di musica. (L' opera secondo il Fétis, fu pubblicata nel 1770).
Galilei Vincenzio. Froniino Dialogo di Vincentio Galilei Nobile Fiorentino, sopra 1' arte del bene intavolare, et rettamente sonare la Musica negli strumenti artificiali si di corde come di fiato, & in particulare nel Liuto. Nuouamente ristampato, & dall' autore istesso arrichito, & ornato di nouità di concetti, & d'eesempi. - In Vineggia, appresso l'He-rede di Girolamo Scotto, 1584 - in fol. Quattro carte non numerate in principio pel frontispizio, per la dedicatoria, e per la Tavola delle cose più notabili; poi facc. 182. ( Fjccone la dedicatoria):
» Al Molto Magnifico Sig. et mio Padrone Osservali-» dissimo 11 Signore .Iacopo Corsi.
» Havendo gì' anni passati dato alla Stampa il pre-~ sente mio Dialogo detto FKOX1MO, scritto in-
» torno all'arte del bene intauui^i^T.v: rettamente » sonare la Musica negli strumenti, & in parti-» ciliare nel Liuto, il qual Dialogo per quanto » posso conoscere, non deue essere stato ingrato » al Mondo, poi che per non trouarsene più alle » Librarie, del continuo mi viene adimandato da » diuerse parti : il cui rispetto ha mosso me non » solo a riuederlo con diligenza, ma 1' ho di » maniera arrichito di nouità di concetti, & d'es-» sempi, eli' io posso con verità dire hauerlo » fatto diuenire vn' altro dall' esser suo primo, » et volendo per il detto & altri rispetti darlo » alla Stampa, m' è paruto conueniente il dedi-y> cario a V. S. non solo per mostrarle la nie-» moria eh' io tengo delle molte cortesie che in » diuersi tempi ho da lei riceuute, & il desiderio » che ho di sentirla, ma per confarsi grande-» mente con quella parte de s\ioi studij, che » tendono alla Scienza, & Prattica della Musica, » nel qual Dialogo sono molte delle cose che lei » ha da me (a sua richiesta) vdite, et molte » altre di quelle ch'ella desidera vdire et inten-» dere, come in leggendolo potrà sensatamente
> vedere. Accettilo adunque con lieto animo, si » come tante volte si è degnata ascoltarmi, et » mantengami in sua buona gratia, alla quale » con ogn' all'etto di cuore mi raccomando. Di >> Fiorenza il di vltimo d' Aprile. 1584.
» Di V. S.
» Atfettionatissimo et obìigatissinio seruitore >. V1NCKNTJO GALILEI. »
Così ha line il Discorso a cart. l :
« L'Autore ai lettori.
»......Restami solo di preghare chiunque si de-
» gnerà legger questo mio Dialogo, che voglia » scusarmi, se non gli parrà eli' io habbi fatto » quello che meglio assai fare si poteua : ridu-» cendogli a memoria, che nessuna arte o scienza » fu mai da vn medesimo in vn istesso tempo & y trovata coniplita, ma tutte da basso & debole » principio cominciando, sono ite poi quasi per •» gradi ascendendo sin a quel colmo di pert'et-» tione a cui giunger si puote. Così spero io che » debba auuenire intorno a quest' arte, la quale » da me quasi tratta dalle tenebre (per non dir » trouata) sarà poi co '1 tempo & arrichita & » ornata. Vi s' aggiunge ancora gì' instantissimi » preghi di molti amici miei che del continuo mi » sollecitammo perch' io mandassi fuora questa » mia fatica, ai quali in questo ho volsuto sati-» sfare, che che di ciò auuenire me ne debba,
> ne si marauigli alcuno della mutatione di » qualche essempio, poscia che questo si farà » da me per comodo, & intelligenza maggiore ili » chi si piglierà cura di vedere queste mio fa-» tiche, & per più ornamento & ricchezza di esse. » promettendo con diligenza maggiore supplire » al dilletto della prima impressione, che per » fretta di vender 1' opera, o per altro comodo » dello stampatore in due libri la diuise, che uno » esser douea, & intorno a gli errori de quali » (per la poca sua cura) la prima non è senza. »
GÌ' interlocutori del Dialogo sono Eumatio e Frontino. L'opera si divide in due parti: la prima ha fine alla facc. i2 ; e la seconda è compresa da pag. -i3 a 182, in cui termina il libro.
Quasi tutti i componimenti in musica posti dal Galilei in quest'opera sono in notazione di Liuto, oggidì quasi direi enigmatica: giacché invano taluno si crederebbe d'apprendere il signillcato di quelle cifre, di que' segni, e di que' numeri colla lettura del presente Dialogo, siccome composto e pubblicato in un tempo in cui cotal maniera di notazione era a tutti notissima.
Del Galilei v' hanno in note comuni a pag. li una canzone a tre Qual miracolo, amore, e a pag.