METODI DEI DIVERSI STRUMENTI
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alquanti versetti a 4 voci del salmo In exilu Israel. Son pur dell' autore ventiquattro Ricercari a pag. 80-89, ma veggonsi colla notazione del Liuto; e iti questa puro trovaiìsi impressi da pag. 119 sino alla line dell'opera i madrigali sottonotati d' autori italiani, tralasciando per brevità tutti gii altri de' compositori stranieri.
Car. 119. Spontone Batolomeo. Ben sapevo io. a 5. » 120. Taglia Pietro, se di penne giammai, a 5. » 121. Palestrina. lo son ferito ahi lasso, a r>. (Vedi in fin dell' elenco). 122. id. Il dolce sonno (a car. 20. vestirà i colli, pure a 5). » 124. Annibale Padovano. A qualunque animai.
a 4, e un Ricercare a car. 4). Con lei fu ss1 io. a i. sì traviato è il folle, a Cantai or piango, a \. Dal più bel viso, a \. 134. Vinci Pietro. Amor m'ha posto, a :». 130. Donato Baldassarre, iteli! lascia V antro ombroso, a ì. Dolor, se H mio dolore, a 5. Da quei bei crini, a 5. Alessandro. Fuggi, speme mia fuggi, a 5, (e altri ancora), l iO. Rullo Vincenzo. Ma di che debbo lamentarmi. a (E più oltre), ivi Porta Costanzo. 0 del mio navigar, a 4. 144. Ruffo Vincenzo. Deh porgi mano, a 5. l ir». id. jìen mio chi mi toglie. ( Ed altri ancora), a 5. id. 0 dolci sguardi, a r>.
129. 131.
id.
id. id.
137. id.
138. id.
139. Striggio
1 i
ivi Nanino Gio. Maria. Donna gentil, a 5. 1'»8. id. scoprirò l' ardor mio. a 5.
151. Portinaro Francesco. Candida e ricca vela.
a 5.
152. Zoilo Annibale. Chi per voi non sospira, a 5.
153. Giacomini Bernardino. Ma folle io spargo.
a 5.
15». id. La bella mano, a 0.
ivi Aninmccia Giovanni. Alla dolce ombra, a 5.
(Ed altri ancora). ir>o. Pordenon Marcantonio. I dolci colli, a 5. ivi id. /•; quel cervo ferito, a 5.
157. Dragoni Andrea. O dolorosi amanti, a 5.
158. id. Fran sì chiari, a 5.
ivi Baccusi Ippolito. Ver pianto la mia carne. a 5.
159. id. Or pensate al mio mal. a 5. ivi id. S() m- è dolce il morire, a 5. 100. id. Così vuol mia ventura, a 5.
102. Primavera Leonardo. Mentre di pioggia.a 0.
103. Del Pace Antonio. Ecco che pur dopo V as-
senza amara, a 0. 109. Ingegneri Marcantonio. Spesso in. parte de! ciel. a 4.
1^0. id. Non mi tolga il ben mio. a 4.
171. Contino Giovanni. Di men s tu por sarta, a 4.
172. id. Chi vuol vede)', a 5.
H3. id. Da mille gravi affanni, a 4.
» 173. id. sapete amanti, a 1,
» 171. id. in qual {/tarditi, a 4.
» 50 e 47. Ferabosco. lo mi son giovinetta, a
t> 53. Palestrina. Se tra quest' erbe e 'i fiore, a 5.
Che altre cose sienvi del Galilei in istampa lo comprova questo squarcio del Dialogo presente a pag. 47, che qui trascriviamo:
« Fronimo. Che canzone è. questa? Eumatio. Vna » canzone del Ferabosco a quattro voci, che eo-» mincia lo mi son giouinetta, e volentieri.
» Fron. Voi vi sete affaticato in vna cosa che s' è » vdita mille volte; non 1' hauete voi veduta » vltimamente stampata nel primo libro dell' in-» tauolatura del Galileo nostro? Euin. La ho » veduta: & però ho voluto ancor io intauolarla, » per veder poi come io in' appressami al suo » modo. Fron. Dite di gratia quello che v' è » paruto di questo suo libro? Eum. Molto bene » in verità, ancora che a me, come a molti altri ¦*> pareua che gli hauesse hauuto per far ciò, a » torre canzoni più nuoue, & più diffìcili, perche » con il loro mezzo saria maggiormente venuto v à mostrare la sua arte. Fron. Anzi è venuto » a far conoscere maggiormente la sua arte col » mezzo di quelle canzoni antiche, & facili ecc. »
I'] a pag. 104. « L'autore di questo Dialogo.....ha
» in esso Liuto intauolate tutte le buone musiche y del inondo, & suonale con le corde ordinarie, » senza che gli manchi alcuna cosa benche mi-» nima, in quel miglior modo l'orse, che dall 'arte » desiderar si possa, le quali a Dio piacendo y (secondo che io odo da lui) vuole in breue » mandare in luce, a commune benelìtio di quelli » che di tal professione si dilettano: tra le quali » saranno canzoni Francese, Spagnuole, Italiane, » & niotetti che in tutto passeranno il numero y di tre milia, in cento libri diuise. Ha in oltre » tra sue & di altri, circa dugento Ricerche, & » fantasie sopra diuersi soggetti, diuise in dieci » libri, ha questo medesimo huomo tra le altre » molte cose, composto più di cinquecento Ro-» manesche, trecento Pass' e mezzi, cento Ga-» gliarde tutte diuerse, oltre alle molte arie sopra
> diuersi soggetti, & saltarelli, le quali tutte * vuole dare alla stampa in altri dieci libri di-» uise. Gli ho veduto inoltre intauolare & sonare » più volte musiche a quaranta, a cinquanta, & a » sessanta voci, ne inai per ancora (secondo che » egli dice & spera in fatto mostrare) ha potuto » trouar cosa, che per communicarla perfetta-» mente all' vdito, 1' habbia necessitato aggiun-» gere al Liuto ordinario vna minima cosa, ecc. » Anche a car. 112 promettea il Galilei (sotto il nome di Fronimo adombrato) di voler dar in luce certe Canzoni Francesi da lui intavolate pel Liuto. Ecco le sue parole: « Eumatio. Ilor che » voi mi hauete ricordato le canzoni Francesi, » vi prego che ini facciate gratia di quella che » più volte hieri mi allegaste. Fronimo. Non ve ne
> curate adesso di gratia, perche io ne voglio in » breue a Dio piacendo, dar fuore vna scelta di » forse cinquanta bellissime, insieme con molte i> fantasie eh' io ci ho fatte sopra, che ci haue-» rete fra le altre quelle ancora. »
Fra' celebri suonatori di Liuto numerati con gran lode dal Galilei in questa sua opera liavvi Gian Paolo Paladino Milanese (pag. 110), e Francesco da Milano (pag. 9, 24, e ili) del quale Schmid cita diverse intavolature in istampa.
Riepilogando tutte le sovrapposte notizie, direni dunque che la prima edizione del Fronimo era rarissima sin dal tempo dell'autore; che riuscì scorretta, e che in questa stampa tanto s' aggiunse da farla quasi apparir cosa nuova. Veggasi sulla la edizione nel Baini T. 1°, pag. 295. Che del Galilei v'hanno nell' opera presente! alcune considerazioni di musica, e che di lui debbo esservi alle stampe un primo libro d' intavola-