Stai consultando: 'Cento novelline morali pei fanciulletti ', Salvatore Muzzi

   

Pagina (120/143)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (120/143)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Cento novelline morali pei fanciulletti

Salvatore Muzzi
Libreria Marsigli e Rocchi, 1840, pagine 143

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   pane. „ Datemene un poco , gli disse il „ povero Paolo; perchè mi sento una „ gran fame ! — Vattene, non ho nul-„ la per te, rispose l'altro con disprezzo. „ — L' anno dipoi Pietro fu costretto d' inerpicarsi per una scoscesa montagna in cerca di una capra smarrita. Errò Iung'ora per balzi e dirupi, sotto la sferza d' un sole ardentissimo, e moriva di sete, e non poteva trovare un ruscello, una sorgente, nemmeno un filo di acqua. Vide però il povero Paolo , che guardava le pecore stando all' ombra d'un albero, e che aveva al fianco una fiasca. Allora Pietro andò a lui, mortificato e trafelante, e con voce languida, gli disse : Dammi da bere, che », ho gran sete. — Prendi, disse Pao-,, luccio amorevolmente ; bevi l'acqua „ della fiasca e ristorati . „ Il tristanzuolo di Pierino, conobbe allora la sua durezza in negare un pane a così buon garzo-netto; e pianse di cuore, e gli chiese perdono , ed imparò da quel dì ad aver compassione de' poverellii