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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   chi si aiuta dio l'aiuta
   le proprie forze e mediante l'esercizio delle proprie facoltà, è irrepugnabile.
   Il sapere e l'esperienza, la cui unione produce la saviezza, si acquistano dall'uomo soltanto col libero esercizio delle proprie facoltà ; ed è cosi irragionevole il pretendere di conseguirle senza uno sforzo laborioso e continuo, come sarebbe irragionevole il pretendere di . mietere senza seminare. Narrasi di Gròsteste, vescovo potente di Lincoln ne' tempi antichi, che un suo fratello, zotico ed ozioso, gli chiese un giorno che facesse di lui un grand'uomo. « Fratello, rispose il vescovo, se il tuo aratro è infranto, lo fprò saldare, o se il tuo bove morrà, ne comprerò un'altro; ma non posso far di te un gran-d'uomo; io t!*ffo trovato bifolco e temo assai di averti a lasciare bifolco ».
   È evidente che le ricchezze e l'agiatezza non sono necessarie allo sviluppo delle più alte facoltà della natura umana ; se fosse altrimenti, il mondo non andrebbe cosi largamente debitore a coloro che sorsero dagli infimi gradi. Una vita agiata e fastosa non educa l'uomo a lot-tare^^vincere le difflcgjtà, nè risveglia quella coscienza delle proprie forze tanto necessaria per l'energia e l'efficace azione della vita. ^Ton/i^Ìie essere una disgrazia, come credesi c#Vnunemente, la povertà può convertirsi, mediante la spontaneità individuale, in benedizione, spingendo l'uomo a quella lotta col mondo in cui gli uomini onesti e coscienziosi attingono forza, fiducia e trionfo-Bacone dice: « Gli uomini par non apprezzino dirittamente nè le loro ricchezze, nè le loro forze: alle prime annettono troppo valore, alle seconde troppo poco. La fiducia in sè e la moderazione nei desiderii insegnano all'uomo a bere alla propria cisterna e a trovare il proprio pane gustoso, a stimarsi felice di guadagnarsi la vita lavorando, ed a fare il miglior uso possibile dei beni che ha avuti in sorte.